Russia, accuse a Erdogan: "Compra petrolio
dall'Isis". Ankara: nessuno può calunniarci

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di Valeria Arnaldi
ROMA - Mappe dettagliate e, a supporto, foto dei tir che attraversano la frontiera tra Turchia e Siria. Questa la documentazione che il viceministro russo della Difesa Anatoly Antonov ha portato a supporto della tesi del Cremlino, secondo cui, la Turchia sarebbe il principale consumatore di petrolio dello Stato Islamico e la famiglia del presidente Tayyip Recep Erdogan sarebbe coinvolta nel traffico di greggio proveniente dalla Siria. «Enormi quantità di greggio», ha spiegato il ministro, entrano in Turchia attraverso migliaia di camion.


Un'accusa pesante, lanciata già nei scorsi dal presidente russo Vladimir Putin, cui Erdogan aveva risposto chiedendo «prove».
E ieri la Russia ha ribadito la sua versione, senza portare prove sostanziali, ma annunciandone altre per i prossimi giorni. «Nessuno ha il diritto di calunniarci», ha ribadito il presidente turco, parlando in un ateneo a Doha, in Qatar. «Nel momento in cui potranno provarlo mi dimetterò, come dovrebbero fare quelli che non possono provare le loro accuse».

Gli Usa difendono la Turchia: «Rifiutiamo categoricamente l'idea che la Turchia stia lavorando con l'Isis», ha affermato il portavoce del Pentagono Steve Warren. «Se i russi sono preoccupati per il petrolio dell'Isis, dovrebbero prendersela con Assad il più largo consumatore», ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. «Sono state individuate – dichiara il vicecapo di Stato maggiore russo, Serghiei Rudskoi - tre rotte principali per il trasporto del petrolio verso il territorio turco dalle zone controllate dalle formazioni dei banditi».

La tensione sale a livello internazionale. Il leader dei talebani afgani Mullah Akhtar Mansour è rimasto ferito in una sparatoria durante una riunione di comandanti vicino a Quetta, in Pakistan. «È stato portato in ospedale - ha affermato il portavoce del primo vicepresidente afgano, Sultan Faizi - e non sappiamo se sia sopravvissuto».
Il Califfato lancia nuove minacce. È stato pubblicato, ieri, il video choc dell'esecuzione di un prigioniero in ginocchio, ammanettato, accusato di essere un agente russo infiltrato. La vittima, che sarebbe di nazionalità cecena, nel video dichiara di essere stato arruolato dall'intelligence russa per raccogliere informazioni sull'Isis. Mentre si studiano le strategie contro i terroristi, l'Europa pensa pure alla Difesa. Bruxelles dichiara guerra al traffico illegale di armi ed esplosivi con cyber-pattuglie contro le vendite on line. La Nato apre le porte al Montenegro, ma il Cremlino promette “ritorsioni”. Intanto, l'allerta per il Giubileo a Roma viene portata a livello 4 per l'8 dicembre, giorno di apertura dell'Anno Santo.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Dicembre 2015, 10:08