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"Pistorius è depresso e a rischio suicidio".
Perizia choc durante il processo all'ex atleta
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Oscar Pistorius soffre di una grave depressione ed a rischio suicidio dopo l'omicidio della fidanzata, Reeva Steenkamp: lo afferma la perizia psichiatrica alla quale l'ex atleta sudafricano stato sottoposto nelle ultime settimane, letta oggi in aula dalla difesa al processo nel quale imputato per quel delitto. Ed anche emerso che si trova in gravi difficolt finanziarie, dopo la rottura con gli sponsor e i conseguenti debiti.
Il profilo psicologico esposto oggi in aula fa parte dello stesso rapporto ordinato dal tribunale e stilato da tre psichiatri e da uno psicologo, nel quale si giungeva alla conclusione che Pistorius non soffre di disturbi mentali ed è quindi da considerare penalmente responsabile delle sue azioni. Elementi, questi, che giocano in forze contro Pistorius, che si è sempre difeso affermando di aver sparato a Reeva in preda al panico, senza aver avuto tempo di pensare, scambiandola per un ladro nascosto nel bagno della sua casa.
Gli esperti indipendenti hanno quindi demolito la perizia psichiatrica di parte della difesa, che sosteneva che l'imputato soffrisse di una grave forma di ansia, un fardello che si trascinava dall'infanzia. Pistorius resta ora molto esposto all'offensiva del pm Gerrie Nel, che cerca di dimostrare che agì intenzionalmente quando uccise Reeva, non mosso da panico ma da collera, dopo un violento litigio di coppia. Tuttavia, «la sua capacità di gestire le sue emozioni è ben sviluppata», ha letto in aula dal testo della perizia l'avvocato difensore di Pistorius, Barry Roux. «Non è stata trovata alcuna prova che indichi che Pistorius abbia avuto un passato di aggressività anormale o di violenza esplosiva».
Pistorius, ha detto oggi l'avvocato Roux citando lo stesso rapporto, «è rimasto gravemente traumatizzato dagli avvenimenti del 14 febbraio 2013 (la notte dell'omicidio, ndr) e al momento soffre di disturbi da stress post-traumatico e di un disturbo depressivo grave». Secondo la perizia l'ex Blade Runner, è «assistito e seguito», ma «senza un trattamento medico appropriato, il suo stato rischia di peggiorare, aumentando il rischio di suicidio».
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