Isis, nuovo orrore: "Arse vive 45 persone
in Iraq" -Foto choc

Isis, nuovo orrore: "Arse vive 45 persone in Iraq"

di Mario Fabbroni
ROMA - Orrore dopo orrore, l’Isis firma ancora una strage e continua a far scorrere sangue. I jihadisti avrebbero bruciato vive 45 persone ad al-Baghdadi, nella provincia di Anbar. Siamo a soli 8 km dalla base aerea di Ain Al-Asad, nell’Iraq occidentale, dove 320 marines americani stanno addestrando i soldati della VII divisione irachena.



Le vittime - stando a quanto riferito dalla polizia locale - sarebbero uomini della sicurezza. Ma non è possibile stabilire se si tratti di un massacro da aggiungere ad un’altra notizia diffusa in precedenza, quella dell’uccisione di 27 poliziotti iracheni nella stessa città: alcune fonti azzardano che si tratti della stessa strage purtroppo “aggiornata” nel numero dei morti. Sarebbe ancora sotto attacco un condominio dove vivono le famiglie del personale della polizia locale. Una fonte locale della sicurezza ha dato una versione diversa dell’accaduto: le vittime - ha raccontato - sono state prima giustiziate in una piazza pubblica di al Baghdadi, quindi cadaveri sono stati dati alle fiamme.







Ma la strategia del terrore avanza pure sul web, grazie all’inno che ha accompagnato almeno gli ultimi due video in cui l’Isis ha decapitato una decina di collaborazionisti nel Sinai e i 21 copti in Libia. «Avrete il senso della perdita, abbiamo riempito bottiglie di sangue rosso dai colli che abbiamo tagliato», è una strofa del canto. Parole estranee al Corano tanto che l'università di Al Azhar (uno dei principali centri d'insegnamento religioso dell’Islam sunnita) ha emesso un decreto che ne proibisce ai musulmani la visione e la diffusione. Intanto continua in Libia la battaglia nei cieli: l’Egitto bombarda ancora le presunte postazioni terroristiche, ma l’emittente satellitare Al Arabiya denuncia che i miliziani filo-islamici al potere de facto a Tripoli, «hanno lanciato raid aerei sull’aeroporto di Zintan».



In una dichiarazione congiunta i governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti «condannano fermamente tutti gli atti di terrorismo in Libia» e invocano «una soluzione politica del conflitto», ribadendo il sostegno al governo di unità nazionale. Oggi si terrà la tanto invocata riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. E l’Italia ha già ricevuto un “avvertimento”: Hamas infatti respinge ingerenze in Libia «da parte di alcuni Paesi come l'Italia» che adducono «il pretesto di combattere il terrorismo». Così un intervento militare sarebbe considerato «una nuova Crociata contro Paesi arabi e musulmani». Renzi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Francois Hollande: ci sarebbe «piena identità di vedute sulla centralità della iniziativa diplomatica» in Libia. Intanto via libera dal Viminale all’impiego del contingente di 4.800 militari nei servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili.





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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Febbraio 2015, 09:13
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