Disabile massacrato di botte da infermieri
e dottori: rimarrà paralizzato -Foto/Video

Disabile massacrato di botte da infermieri e dottori: rimarrà paralizzato per tutta la vita

di Federica Macagnone
Se Zhao Yanli dovesse sopravvivere, la sua vita sarebbe relegata su una sedia a rotelle: lo hanno picchiato in modo così brutale da lasciarlo paralizzato. E a farlo sono state proprio le persone che si sarebbero dovute occupare di lui per i suoi problemi mentali.







Due infermieri e un dottore hanno trascinato Zhao giù dal letto e poi lo hanno pestato a calci e pugni sotto gli occhi di altre dieci persone rimaste inerti nella stanza dell'ospedale psichiatrico, nella città di Shenyang, nella Cina nord-orientale. I filmati mostrano come l'uomo, rannicchiato nel suo letto, venga colpito con un piede da un infermiere che poi, con l'aiuto di un altro, lo ha sbattuto a terra e ha iniziato a colpirlo alle gambe, alla testa e al torace.







Finito il pestaggio, Zhao è stato spostato nella sala tv, dove è stato trovato dal fratello Cheng qualche ora dopo. «Ho chiesto dove si trovasse e mi hanno detto che era davanti al televisore – ha raccontato Cheng - Quando l'ho raggiunto, Zhao aveva quasi perso i sensi ed era coperto di lividi. Era ridotto veramente male».



La vittima è stata immediatamente trasportata al pronto soccorso, ma i medici hanno subito capito che la situazione era grave e non c'era molto da fare: Zhao, se sopravviverà, dovrà rinunciare a camminare, per sempre. Ha perso l'uso delle gambe e nessuna operazione potrà mai rimetterlo in piedi.



L'aggressione è stata filmata da una telecamera a circuito chiuso e il video è stato sequestrato dalla polizia che ha aperto un'indagine sul massacro di Zhao. Gli agenti hanno ritenuto che la causa del pestaggio fosse un commento offensivo che l'uomo avrebbe rivolto a un'infermiera: quelle poche parole avrebbero scatenato la rabbia folle di alcuni colleghi che si sono scagliati contro di lui pur sapendo che aveva problemi mentali.



La famiglia di Zhao ha fatto causa all'ospedale psichiatrico di Shenyang, non solo per l'aggressione ma anche per aver ritardato i soccorsi dopo il pestaggio. I parenti hanno già rifiutato un indennizzo di quasi 50mila euro, sicuri che il miglior modo di essere risarciti sia quello di vedere i colpevoli in carcere. «Abbiamo messo mio fratello in quella struttura – ha concluso Cheng – perché volevamo che si prendessero cura di lui. Quello che è successo ci ha scioccati. È malato, è sempre stato un uomo buono e non ha mai fatto male a nessuno. Non posso credere sia stato massacrato per qualche parola di troppo».



I COMMENTI SU FACEBOOK








Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Gennaio 2015, 15:07