Il premier ha confermato che l'idea è quella di tre reti tematiche di cui una «senza pubblicità» destinata «alla cultura non in senso noioso e passatista ma come arricchimento della persona umana», ha detto il premier. «Serve un chiaro progetto culturale e politico, il governo offrirà valutazioni ma il Parlamento sarà decisivo», ha spiegato.
«Noi pensiamo alla Rai come a un'azienda che debba essere una delle più grandi imprese culturali d'Europa - ha aggiunto -. Siamo orgogliosi della Rai e vogliamo che competa all'esterno e non una Rai con il naso sull'auditel, ma capace di rappresentare un pezzo del paese. La Rai ha educato intere generazioni, ora deve essere un grande soggetto che porta per mano l'Italia».
«Il governo crediamo abbia il dovere più che il diritto di individuare il capo azienda che deve passare dal voto di conferma del cda». «Sarebbe bello se il vertice della Rai fosse eletto dal Parlamento in seduta comune come si fa per il presidente della Repubblica».
«Occorre innanzitutto che non vi sia contiguità con partiti e forze politiche che porti tutti i giorni a dover discutere e valutare, sentendo membri della commissione di vigilanza e di partito.
Questo non significa che le forze politiche non possano avere il compito di vigilare e di indicare le persone, ma significa che quando hai scelto chi controlla e guida, non è che per nominare un caporedattore devi entrare nella discussione».
Fuori la politica dalla Rai «non vuol dire che chi ha responsabilità politiche si debba tirare fuori dal controllo e dalla vigilanza, per questo non siamo per sorteggio che è l'abdicazione della politica: i più bravi devono guidare la rai». Renzi è tornato, a fine conferenza stampa, sulla contrarietà del governo al sorteggio, proposto da M5S, spiegando che «qua c'è la differenza tra chi, come il governo, decide e chi fa una sorta di Aventino e fugge dalle responsabilità».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Marzo 2015, 21:21