Lavoro, Inps: +24% contratti a tempo indeterminato. Renzi: "Strada ancora lunga"

Lavoro, aumentano i contratti a tempo indeterminato. Renzi: "La strada da fare è ancora lunga" -Leggi

di Alessandra Severini
ROMA - Cresce il lavoro nei primi tre mesi del 2015. I numeri certificati dall’Inps parlano di un saldo positivo di 319.873 contratti attivati nei primi tre mesi dell'anno (+138% sul 2014). I nuovi contratti sono stati infatti 1,33 milioni, contro il poco più di un milione di rapporti di lavoro cessati. Ma sono soprattutto le assunzioni a tempo indeterminato a crescere, con un +24,1% (470.785) grazie agli sgravi fiscali previsti dalla legge di stabilità.





Oltre a 470.785 contratti a tempo indeterminato di nuova attivazione, inoltre, secondo l'Inps, vanno conteggiate le 122.645 trasformazioni di contratti a termine e le 26.396 trasformazioni di rapporti di apprendistato, per un totale di 619.826 nuovi contratti a tempo indeterminato. Nei primi tre mesi dell'anno sono stati quasi 268.000 i rapporti di lavoro instaurati con l'esonero contributivo previsto dalla legge di stabilità.



Numeri che permettono al premier Renzi di guardare con ottimismo al futuro: “La strada da percorrere è ancora lunga, ma la macchina finalmente è ripartita - scrive sulla sua pagina Facebook - Dopo cinque anni di crollo costante, tornano a crescere gli occupati”. Non la pensano allo stesso modo i sindacati, che leggono i numeri da un'altra ottica. Per la Uil, per esempio, si tratta di risultati ottenuti a caro prezzo: “Anche noi siamo contenti se crescono le assunzioni, ma questo percorso è stato costruito con una riduzione delle tutele a carico degli stessi soggetti coinvolti”. Ugualmente critica è la Cgil: “Non ci troviamo di fronte ad una vera svolta, ma ad un grande regalo alle imprese e a meno diritti per i lavoratori”.



Si attende intanto per venerdì il decreto con cui il governo dovrà sbloccare l'indicizzazione delle pensioni.
Il ministro dell'Economia Padoan assicura che “si troverà una soluzione che sarà in armonia con i dettami della sentenza della Corte costituzionale e che rispetterà i parametri che stanno già nel Def”. Un messaggio rivolto anche all'Europa, per garantire che l'Italia rispetterà i parametri imposti dalla Ue nonostante la mole dei rimborsi che spettano ai pensionati. Per questo è ormai certo che il rimborso sarà graduale e partirà quest'anno dal risarcimento delle pensioni più basse per arrivare solo nei prossimi anni a risarcire i pensionati più ricchi.

Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Maggio 2015, 09:49