Disoccupazione ai minimi dal 2012, Renzi:
"Il Jobs Act funziona". I giovani ancora indietro

Disoccupazione ai minimi dal 2012, Renzi: ​"Il Jobs Act funziona". I giovani ancora indietro

di Mario Fabbroni
ROMA - Il lavoro apre le porte ai giovani. Precisamente a 206.000 nuovi occupati. Una sorpresa non di poco conto quella rilevata dall'Istat che, forse per la prima volta dopo i mesi più bui della crisi, fotografa una realtà che infonde speranza. La disoccupazione giovanile infatti diminuisce a novembre di 1,2 punti percentuali su ottobre attestandosi al 38,1%: anzi, il dato dei giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni è il più basso da giugno 2013.


«La disoccupazione continua a scendere - twitta con fulminea tempestività il presidente del Consiglio, Matteo Renzi -. È la dimostrazione che il Jobs act funziona. L'Italia che riparte, riparte dal lavoro#lavolta buona».

Numeri, tanti numeri che però stavolta sono importanti e non hanno bisogno di essere decifrati. Gli sgravi contributivi (decisi con la legge di Stabilità per il 2015 sui contratti a tempo indeterminato) sembrano abbiano avuto un ruolo decisivo nella ripresa. A novembre il tasso di disoccupazione nella Ue è sceso al 10,5%, ma il calo italiano (-1,8 punti sull'anno, passato dal 13,1% all'11,3%) è superiore alla media e secondo solo a quello spagnolo.

L'occupazione cresce sia su base mensile (+36.000 occupati su ottobre) sia su base annua (+206.000 occupati) mentre diminuisce in modo consistente il numero dei disoccupati (-48.000 su ottobre, -479.000 unità sull'anno). In pratica a novembre 2015 i disoccupati stimati erano 2.871.000 a fronte dei 3.350.000 di un anno prima mentre gli occupati erano 22.480.000 contro i 22.274.000 del novembre 2014.

I giovani tra i 15 e i 24 anni (-1,2 punti su ottobre, -4,9 punti su base annuale) sono quelli che hanno abbandonato lo status di disoccupati, che se va detto che parallelamente prosegue il trend di invecchiamento della popolazione occupata. Negli ultimi dieci anni, infatti, i lavoratori con meno di 35 anni nelle aziende e negli uffici italiani sono diminuiti di 2,3 milioni di unità mentre gli over 50 al lavoro sono cresciuti di 2,4 milioni di unità. Insomma, non tutto è “rose e fiori”, però è indubbio che il Belpaese sembra aver ingranato la marcia giusta. Quella che disegna il futuro degli italiani di domani.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Gennaio 2016, 11:11
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