Super Tuesday, l'attesa per il risultato del mega appuntamento dem stanotte: sfida Sanders-Biden

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di Anna Guaita
NEW YORK – Nella lunga corsa delle elezioni presidenziali americane, il mega appuntamento del Super Tuesday porta alle urne oltre il 40 per cento degli elettori. In un solo giorno vengono assegnati oltre 1.300 delegati, un bottino da leccarsi i baffi se si tiene conto che ne servono 1.991 per aggiudicarsi la nomination alla convention del 13 luglio a Milwaukee. Dunque si può capire l’ansia con cui si aspettano i risultati della consultazione in corso in 14 Stati. I sondaggi di ieri sera davano ancora Bernie Sanders in vantaggio con il 29 per cento, ma presentavano un Joe Biden in netta risalita al 26 per cento, mentre l’ex sindaco Michael Bloomberg era al 17 e la senatrice Eizabeth Warren all’11. Seggi aperti dalle ore 2 alle 5 italiane.

Usa 2020, Sanders e Biden nel “supertuesday”: stanotte il voto in 14 Stati
 
L’ex vicepresidente Biden è apparso in questi ultimi tre giorni in grande ripresa, sia grazie alle vittorie che al pubblico sostegno di personaggi importanti. Donald Trump lo ha soprannominato velenosamente “Sleepy Joe” (Joe il sonnolento), facendo leva sul fatto che nei mesi passati Biden era apparso un po’ disorientato e distratto. Ma dopo il secondo posto nel Nevada e la vittoria schiacciante nella Carolina del sud, Biden sembra rinato, con immenso sollievo dell’ala moderata e centrista del partito che teme una vittoria del senatore Bernie Sanders.

Primarie dem, Buttigieg e Amy Klobuchar si ritirano e e appoggiano Biden
 
Con le sue posizioni socialiste e rivoluzionarie, però, Sanders ha costruito intorno a sé uno zoccolo duro di sostenitori appassionati e pronti alla lotta fino all’ultimo sangue. Molto meglio organizzato che non nel 2016, Sanders ha finora registrato buone performance e se i sondaggi verranno rispettati potrebbe vincere abbastanza delegati per assicurarsi la nomination.
 
Ma almeno tre candidati di centro si sono fatti da parte proprio per dar più forza a Biden e fermare la strada al senatore socialista. Sia il sindaco gay Pete Buttigieg, sia la senatrice Amy Kloubachar che il milionario Tom Steyer hanno gettato la spugna dopo la sconfitta nella Carolina del sud lo scorso sabato e i primi due sono comparsi lunedì sera al fianco di Biden in un affollato comizio in Texas, uno degli Stati chiamati a votare.
 
Biden ha anche ricevuto l’endorsement di una serie di vip del partito, oltre che di un bel gruppo di esponenti afroamericani. Il successo sembra avergli dato una vitalità che gli mancava. Ma c’è ancor molta strada da fare. E poi si devono fare i conti con gli altri due candidati che rimangono: né Bloomberg né Warren hanno per ora intenzione di ritirarsi, anche se è chiaro che i voti dei loro sostenitori andrebbero ad aiutare Biden e Sanders e forse a abbreviare la corsa.
 
I democratici assegnano i delegati sulla base della percentuale dei voti che un candidato prende nei vari stati (i repubblicani seguono invece quasi sempre la pratica del “chi vince piglia tutto”). Se dunque il voto di questo martedì non darà una netta maggioranza a Biden o Sanders, ci sarà sempre il martedì 10, e poi martedì 17, altri “Quasi Super Tuesday”.
 
Oggi si vota in Alabama, Arkansas, California, Colorado, Maine, Massachusetts, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont, Virginia.
 
Martedì 10 si voterà in  Idaho, Michigan, Mississippi, Missouri, Washington.

E il 17 si vota in  Arizona, Florida, Illinois, Ohio.


 

 
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Marzo 2023, 13:14
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