Il doppio gioco della Cina (che si professa neutrale): per la tv di Stato è Putin la vittima e gli Usa minacciano Mosca con armi biologiche

Il doppio gioco della Cina (che si professa neutrale): per la tv di Stato è Putin la vittima e gli Usa minacciano Mosca con armi biologiche

La doppia faccia della Cina: neutrale e mediatrice di pace nelle dichiarazioni pubbliche, sostenitrice della propaganda russa a casa propria. Una ambiguità non nuova per gli osservatori internazionali perché  il presidente Xi Jinping deve districarsi tra le relazioni strategiche con il partner russo e gli ingenti scambi commerciali con Stati Uniti e Unione Europea.

E così anche stavolta chiamata direttamente dall’Ucraina e dagli Usa a mediare per il cessate il fuoco, Pechino ha rilasciato dichiarazioni contrastanti: da una parte ha condannato la politica espansiva della Nato dall'altra ha sostenuto il rispetto e la salvaguardia della sovranità e dell’integrità territoriale. «L’Ucraina non fa eccezione» aveva tuonato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi alla conferenza di sicurezza di Monaco qualche ora prima dell’inizio dell’invasione.

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Nelle dichiarazioni pubbliche e ai vertici internazionali, i funzionari cinesi hanno assunto una posizione solo apparentemente neutrale sulla guerra in Ucraina, né condannando le azioni russe né escludendo la possibilità che Pechino potesse agire da mediatore in una spinta alla pace. Ma mentre i messaggi internazionali sembrano non lasciare dubbi sulle intenzioni di Pechino, gran parte delle notizie diffuse all'interno del Paese raccontano una storia completamente diversa dell'invasione russa.

Agli 1,4 miliardi di cinesi viene proposta tutt'altra versione della realtà. Secondo l'emittente televisiva di Stato (la CCTV)  l'invasione non sarebbe altro che una "operazione militare speciale" perché gli Stati Uniti potrebbero finanziare un programma di armi biologiche in Ucraina. Così il presidente russo Vladimir Putin è solamente  una vittima che difende una Russia assediata. Per raccontare questa storia, i principali mezzi di informazione statali - che dominano lo spazio mediatico altamente censurato della Cina - hanno ampiamente ripreso le storie dei media statali russi o le informazioni di funzionari russi.

Un'analisi condotta dalla Cnn, che ha esaminato quasi 5.000 post sui social media da 14 organi di stampa statali cinesi durante i primi otto giorni dell'invasione russa, pubblicati sulla piattaforma cinese simile a Twitter, Weibo,  ha rilevato che degli oltre 300 post più condivisi sugli eventi in Ucraina - che sono stati condivisi ciascuno più di 1.000 volte - quasi la metà, circa 140, erano quelli che la Cnn ha classificato come chiaramente filo-russi, spesso contenenti informazioni attribuite a un funzionario russo o raccolto direttamente dai media statali russi.

L'analisi, che si è concentrata sulle storie che hanno avuto più successo sui social media, potrebbe non essere rappresentativa di tutti i post condivisi dai media statali su Weibo ma fornisce comunque un'istantanea delle informazioni prodotte dai media statali che sono più visibili agli oltre mezzo miliardo di utenti mensili sulla popolare piattaforma.

Non è chiaro fino a che punto questi post possano essere esplicitamente il risultato di una campagna di propaganda coordinata tra i due paesi, ma è coerente con un modello in corso in cui è evidente che i media russi e cinesi amplifichino e rafforzino a vicenda le loro posizioni su diverse qustioni internazionali: dalla questione su come vadano trattati i dissidenti russi, alle proteste a favore della democrazia di Hong Kong, fino le origini della pandemia di Covid-19.

Come evidenzia la Cnn tale rafforzamento reciproco delle posizioni dei due Paesi viene agevolato dal controllo costante che i due Stati esercitano sui mezzi d'informazione e sulla rete. Le assicurazioni russe che i siti civili non saranno presi di mira, nonostante le ampie prove contrarie, le descrizioni di soldati ucraini che usano tattiche "naziste" e la disinformazione riguardo al luogo in cui si trova il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sono tutte storie  incanalate da fonti russe in una Cina in cui circolano sono le notizie diffuse dai mezzi d'informazione statale. 

Ne è la prova una delle tante notizie diffuse dalla Cctv in questi giorni secondo cui Washington avrebbe finanziato lo sviluppo di armi biologiche nei laboratori ucraini. Questa insinuazione è usata per sostenere la teoria secondo cui l'Ucraina - definita da Mosca come uno stato fantoccio americano - minaccia la Russia, e non il contrario. La fonte? Il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, che domenica ha affermato che le forze russe hanno trovato "prove" del programma biologico militare del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Una accusa smentita immediatamente dal segretario stampa della Casa Bianca Jen Psaki:  «E' assurdo - ha scritto Psaki  su Twitter - .Questo è proprio il tipo di operazione di disinformazione che abbiamo visto fare ripetutamente dai russi nel corso degli anni». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Marzo 2022, 16:35
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