Si accede solo su appuntamento. Non c’è il rischio di essere contagiati, se non dalle ultime tendenze modaiole, e il cliente ha sempre ragione. Tranne quando non indossa la mascherina. Dalla popstar Dua Lipa a Chiara Ferragni in dolce attesa, avatar 3d e slow shop sono ormai must ai quali non si può più rinunciare. Soprattutto in seguito al recente Dpcm che dà "un tocco di colore" alle regioni italiane. Il segreto del successo per non perdere gli affezionati è il frutto dell’ingegno di piccoli brand che hanno fatto da apripista ai più conosciuti. E se il modello di shopping per eccellenza, quello dei centri commerciali, è in dubbio, uno studio riportato da The Atlantic svela che, nonostante i mall dedicati agli acquisti negli ultimi 50 anni siano cresciuti del doppio rispetto alla popolazione americana, oggi sembrano essere luoghi addirittura obsoleti.
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Lo shopping 4.0
La ricerca di Cnbc sostiene che i profitti sono calati del 256% perché gli amanti delle compere, ai tempi del Covid, prediligono ambienti selezionati, intimi e raccolti. Online e offline, privi delle interminabili code ai camerini. Con l’intento di vivere un’esperienza unica. Mentre le sfilate diventano phygital, il fashion system con i suoi tentacoli afferra nuovi format esperienziali che consentono di spendere in sicurezza, en plein air e all’interno di stanze segrete osservabili da computer o tablet. Senza dimenticare le piattaforme di e-commerce, i ritiri in boutique dopo aver scelto l’abito in rete, gli avatar digitali per provare gonne o pantaloni e le catwalk che guardano con curiosità l’universo del gaming. Private sale e divertimento, inoltre, nelle sfide dello shopping 4.0. Secondo l’agenzia Espresso Communication, sono cinque i modi per acquistare, calibrati sulle necessità di ogni consumatore: l’accesso su prenotazione al negozio - che diventa quasi uno spazio familiare - tramite app e smartphone per chi ama il servizio su misura, chi non ha tempo da perdere, invece, selezionerà il capo previa ordinazione sul web e lo ritirerà nello store o se lo farà recapitare a domicilio.
Il virtuale tra avatar e videogiochi
Gli Internet lovers interagiranno virtualmente.
«Dopo mesi di chiusura, recuperare uno stretto rapporto con la clientela è fondamentale. I desideri di chi entra nel nostro atelier non sono cambiati: ricevere un’accoglienza personalizzata, essere guidati nella scelta di una cravatta cucita sulle proprie esigenze, ricevere tutte le informazioni sull’accessorio. - racconta Stefano Bigi, amministratore unico di Bigi Cravatte Milano - Con il nostro slow shop, inaugurato due anni fa, abbiamo intercettato un trend già in atto, ma che in questo periodo diventa sempre più necessario: quello di una vendita one-to-one».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Novembre 2020, 15:58
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