La grande crisi svelata nel libro di Napoletano: dal default del 2011 al salvataggio

La grande crisi svelata da Napoletano: dal default del 2011 al salvataggio

di Valeria Arnaldi
«Al Meliá c'era un ragazzo che ogni mattina mi portava il caffè, un giorno si ferma e mi chiede: Perderò il lavoro? Questo maledetto spread mi rimanderà a fare la fame in Sicilia?».

È una domanda chiara e diretta quella che Roberto Napoletano pone all'inizio del suo ultimo libro Il Cigno nero e il Cavaliere bianco. Diario italiano della grande crisi. Un modo per calare immediatamente nella concretezza del quotidiano Politica e Economia, con la maiuscola delle grandi decisioni.
«Il cigno nero - spiega - è un evento raro, frutto di tante cause improbabili che incredibilmente si verificano insieme, determinando un danno gravissimo: c'era la crisi della credibilità del governo Berlusconi, c'era uno scontro tra Presidente del Consiglio e Ministro Economia e c'era la furia dei mercati che avevano scommesso sul default dell'Italia e sulla disintegrazione dell'euro. E c'è stato l'errore di Trichet che non ha capito la crisi sovrana del debito greco».

Un complotto? «No, nessun complotto, ma i francesi hanno approfittato in modo organizzato della debolezza italiana». A risolvere la situazione, il Cavaliere bianco. «Il Cavaliere bianco è il presidente Bce Mario Draghi che compie l'atto risolutore della grande crisi. Davanti alla comunità finanziaria, pronuncia una frase epocale, dicendo praticamente ai mercati che pensano di fare tanti soldi, che invece li perderanno. La speculazione si ritira».
Il Cigno nero e il Cavaliere bianco, La nave di Teseo, p. 525, 20 euro
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Maggio 2018, 12:44
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