Rapina in banca e clienti in ostaggio, scacco alla banda: tre arresti

Il colpo, lo scorso gennaio, fruttò oltre 60.000 euro di bottino. Fondamentali per le indagini tabulati telefonici e videosorveglianza

Rapina in banca e clienti in ostaggio, scacco alla banda: tre arresti

di Mirko Macaro

Scacco alla presunta banda di rapinatori che ripulì la filiale di Fondi della Banca di credito cooperativo del Circeo e del Privernate. Un assalto a mano armata che lo scorso 17 gennaio vide anche il sequestro di sei persone, per 40 minuti in balìa dei tre malviventi protagonisti dell’irruzione, poi fuggiti con un bottino da circa 64mila euro.

All’alba di ieri sono finiti in manette tre pluripregiudicati residenti in provincia di Roma, arrestati dalla polizia in applicazione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a firma del gip del Tribunale di Latina Laura Morselli. Si tratta del 56enne Angelo Cesaretti, nato ad Albano Laziale e residente a Pomezia, del coetaneo Riccardo Carducci, nato a Roma e anche lui residente a Pomezia, e del 54enne Nello Fratocchi, romano residente a Fiumicino. Gravi, gli indizi di colpevolezza a loro carico.

I malviventi si presentarono nella banca di via Roma, in pieno centro, intorno alle 15,30. C’erano solo cinque dipendenti, compreso il direttore, e un’addetta alle pulizie. Il primo rapinatore, identificato in Cesaretti, che sarebbe stato il capo, entrò a volto scoperto, estraendo subito dopo un coltello con cui minacciò i presenti. Ecco quindi l’entrata forzata dei complici, con volti parzialmente travisati da cappelli. Uno era armato di taglierino, l’altro disarmato a controllare l’ingresso. Largo alla razzia, con i presenti costretti ad attendere seduti a terra l’apertura della cassaforte e della cassa bancomat, entrambe temporizzate. Tensione, minacce, poi le mazzette di denaro finiscono dentro dei secchi per le pulizie e in alcune buste, e il terzetto si dilegua a bordo di una Lancia Musa.

Le indagini iniziano con l’intervento degli agenti del Commissariato locale, che mettono in atto dei servizi di controllo del territorio ed iniziano a passare al setaccio le telecamere della banca e delle attività nei paraggi, oltre a quelle dell’impianto di sorveglianza comunale.

L’auto usata per la fuga viene rinvenuta cinque giorni più tardi, abbandonata in via Fosso di Lenola. Si scopre che era stata rubata nell’hinterland romano a ottobre. Nel frattempo ai poliziotti del vicequestore Raffaele Iasi si affiancano i colleghi della squadra Mobile di Latina e quelli della Mobile di Roma. L’inchiesta si sposta proprio verso la Capitale, accendendo i riflettori sul terzetto appena arrestato, riconosciuto dai dipendenti della banca tramite delle foto segnaletiche. Vengono attivati servizi di osservazione e pedinamento, analizzati i tabulati telefonici e attivate delle intercettazioni.

Si riesce ad accertare la loro presenza a Fondi nel giorno della rapina, si passa a ricostruire il percorso verso la provincia di Latina e quello a ritroso, emerge un sopralluogo effettuato un paio di giorni prima con l’appoggio di una seconda auto, la stessa Golf Volkswagen utilizzata anche nel giorno della rapina a mo’ di staffetta, parcheggiata in via San Magno e su cui i malviventi salirono a bordo dopo aver abbandonato la Lancia. Il cerchio si stringe sempre di più, portando all’attenzione degli inquirenti anche altro: qualcuno del gruppo cercava armi con l’intenzione di «ulteriori progetti criminosi», spiega la Questura.

Un’indagine certosina sfociata nelle manette scattate ieri. Uno dei destinatari delle misure cautelari è stato rintracciato in provincia di Livorno, venendo associato al carcere cittadino, i presunti complici sono invece stati individuati nelle rispettive abitazioni e ristretti nelle case circondariali di Velletri e Civitavecchia. C’è anche una quarta persona indagata, una 35enne denunciata per ricettazione.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Maggio 2024, 08:35
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