Sardegna, assalto a cisterna: commando armato obbliga l'autista a rovesciare il latte
di Mario Ajello
Intanto, dieci pastori sono stati indagati per i blocchi stradali ma nel nuorese le proteste anche ieri sono continuate: decine di litri di latte versati sulle carreggiate. "E finché il latte non ce lo pagano un euro al litro, continueremo con le manifestazioni", il grido di battaglia è questo. c'è. E qualche testa calda c’è, anche se i leader della protesta - che è molto frastagliata però - hanno garantito a Salvini che tutto sarebbe andato liscio nel giorno del voto. L’assalto nei pressi del caseificio Pinna stamane dice invece che la situazione può degenerare. E la giornata elettorale è ancora lunga.
La rivolta dei pastori è esplosa nel pieno di una campagna elettorale fiacca e ha occupato la ribalta. Riuscendo anche a compiere un mezzo miracolo: diventare il pensiero unico o quasi di tutti gli aspiranti governatore, concordi sulla necessità di intervenire presto e bene. Ma divisi su come raggiungere l'obiettivo. Con attacchi feroci e scambi di accuse tra i diversi schieramenti.
Tra i sette candidati in corsa - Solinas (centrodestra), Massimo Zedda (centrosinistra), Francesco Desogus (M5s), Paolo Maninchedda (Pds), Mauro Pili (Sardi Liberi), Andrea Murgia (Autodeterminatzione) e Vindice Lecis (Sinistra sarda) - la competizione è anche sulla capacità ad intercettare il voto dei pastori, con il suo largo indotto, e la popolazione della Sardegna, disseminata di cartelloni e striscioni di sostegno alla lotta, è tutta dalla parte di questi piccoli imprenditori. Se i pastori dovessero voltare le spalle a Salvini, che si sta molto spendendo per loro, la vittoria annunciata del centrodestra potrebbe avrebbe qualche ostacolo. E dunque la variabile pastori, che pendono sul lato della Lega ma è gente insondabile, avrà il suo peso. Ma al momento c’è da evitare che il voto diventi l’occasione per tafferugli. E qualcosa è già accaduto.
Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Febbraio 2019, 13:31
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