Roma ai tempi del Covid, più locali all'aperto: i camerieri anti-scippo legano le borse alle sedie

Roma ai tempi del Covid, più locali all'aperto: i camerieri anti-scippo legano le borse alle sedie

di Valentina Conti
«Lego le borse delle clienti alle sedie, così te porti via la sedia o nun te porti via gnente. E sto tranquillo io e stanno serene loro». Parola di Roccia er laziale, storico cameriere della pizzeria testaccina “Da Remo”, nel core de’ Roma. «Nome e cognome nun ve lo dico, io so’ pe’ tutti Roccia», dice; 48 anni, accento romanissimo nonostante le origini napoletane. Laziale con la passione per Ciro (Immobile) impressa sulla maglia col numero 17 con cui serve nella fucina giallorossa da leccarsi i baffi, sfida i testaccini al pari dei ladri. Sì, perché lui ha trovato l’escamotage ai furti, quelli che avvengono per mano «de quei brutti ceffi che quanno entrano qui li riconosco subito. Te chiedono de potè annà in bagno, ma io lo capisco, e quinni me so’ industriato».
Del resto, in epoca post lockdown, con la gente tornata a sedersi ai tavoli fuori - oggi incrementati - pure se a distanza, i locali fanno gola. Ieri l’altro al Pigneto un algerino 52enne, fintosi cliente di una pizzeria, ha raccolto una borsa da donna poggiata per terra, l’ha infilata velocemente nel suo zaino e si è allontanato. Colto in flagrante, è stato arrestato. «Le signore e le ragazze le appendono sullo schienale le borse e nun ce fanno caso – prosegue Roccia - poi chattano sul telefonino e ciao. So tutti distratti, se mettono a chiaccherà, ed eccola là. Allora m’è venuta l’idea. Lo faccio solo nella sala dove lavoro», precisa. Come lega le borse? Con le fascette del ferramenta. Le blocca sulle zampe delle sedie e finita la cena le taglia con delle tronchesi. «Se non l’avessi fatto con tanti turisti stranieri da mo’ che gli avrebbero fregato trolley e zainetti».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 11 Settembre 2020, 10:41
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