Morta a 23 anni per un'ulcera duodenale perforata. Ma secondo la sua famiglia, Paula Onofrei poteva essere salvata, se l'ambulanza non avesse fatto tardi. Due ore e mezza, sarebbe il tempo impiegato dal 118 per prestare soccorso a Casalotti, quartiere di Roma, dove viveva la ragazza.
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Cosa è successo
La morte di Paula, nata in Romania ma residente a Roma, risale al 23 luglio scorso. Due giorni prima era stata in pronto soccorso, dopo aver accusato forti crampi addominali, con un dolore che dalla bocca dello stomaco va fino all'inguine. Per i dottori però, non c'è nulla di preoccupante. Così la ragazza è tornata a casa con qualche antidolorifico. Dopo 24 ore però la situazione peggiora. Ad assistere la giovane c'è sua sorella Rebecca, preoccupata per come si sta mettendo la situazione. Per tutto il giorno Paula non riesce ad alzarsi dal letto. La mattima seguente, sabato 23 luglio, dice alla sorella «non sento più mani e piedi», ed è lei a chiamare il 118.
Le quattro chiamate al 118
Secondo la famiglia di Paula Onofrei, la prima chiamata al 118 è stata alle 13.03.
La morte e la denuncia
Da Prima Porta parte un mezzo che arriva in circa dieci minuti. Tentano di rianimarla ma alle 17.14 il medico constata il decesso, riporta Il Messaggero. L'autopsia svelerà poi che la 23enne è stata uccisa da uno choc settico secondario ad ulcera duodenale perforata complicata da una peritonite e da una polmonite. «Non vogliamo giungere a conclusioni affrettate ma siamo in fiduciosa attesa della magistratura per capire bene che cosa è successo. Bisogna fare luce», racconta Aurelio Padovani, l'avvocato della famiglia che ha presentato denuncia contro ignoti per omicidio colposo.
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Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 14:59
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