Marco Quintili, il pizzaiolo anti-spaccio che illumina Tor Bella Monaca

La pizzeria è in attesa del nuovo contratto d’affitto. E mentre tutti ne aspettano il ritorno, il titolare promette: «Sarà ancora più bella, la più bella del quartiere»

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di Sabrina Quartieri

Marco Quintili, valente pizzaiolo del Casertano, anni fa lascia la sua terra, per raggiungere Roma e realizzare un sogno: accendere un faro di speranza con le sue “arti bianche” in una zona periferica, per offrire un’alternativa a chi viveva la strada. Più precisamente, la piazza di spaccio di Tor Bella Monaca di via San Biagio Platani, là dove in pochi avrebbero osato avviare un’attività imprenditoriale. E invece, nel 2017, apre il locale “I Quintili”, 250 metri quadrati per nove saracinesche di perimetro, al civico 320 dello stradone che era al buio. La luce della pizzeria si accende, ponendo fine al cono d’ombra che scandiva le sere di quel territorio in cui tutto sembrava perduto. Il luogo vive subito una svolta inaspettata: in soli due mesi e mezzo, le “tonde” leggerissime e particolarmente digeribili della nuova insegna vengono considerate tra le migliori del Lazio, conquistando prima il quartiere e poi il resto della Capitale. Il locale raggiunge così numeri giornalieri di coperti impressionanti: non meno di 500, a dispetto di uno spazio disegnato per ospitarne non più di 80 alla volta. A far vivere cucina e sala arrivano 20 dipendenti, molti dei quali residenti nei palazzi limitrofi. Gli stessi che oggi, insieme a Marco, lottano per ottenere dall’Ater un documento fondamentale per continuare questa avventura. Un coraggioso esempio di legalità a cui serve il contratto di rinnovo dell’affitto per riaprire dopo più di un anno.

 

Un foglio di carta necessario per rivedere accesa quell’insegna luminosa divenuta un simbolo di riscatto per il territorio. «Marco era come una luce, una speranza. Insieme a lui c’erano 20 famiglie del quartiere a lavorare; molte di queste adesso vengono assistite da noi, con dei pacchi di cibo che le aiutano ad arrivare a fine mese. Speriamo che questa luce si riaccenda presto», auspica Andrea Sbardella, il gestore di un bar lì accanto, che è anche Presidente dell’associazione Incontro. Una riflessione che condivide dal retrobottega del locale, dove si trova la dispensa sociale del Banco Alimentare con cui sostiene quasi 200 nuclei familiari in difficoltà. Ma c’è anche chi, da Tor Bella Monaca, ha trovato impiego nella altre pizzerie di Quintili che sono state aperte a Roma. Come in zona Furio Camillo prima e, più di recente, a Montagnola, dove il responsabile di sala è Stefano Vargiu, che prima al lavoro ci andava a piedi e oggi attraversa la città per non perdere il posto: «Sono l’esempio vivente che ci stanno aspettando. Tutti mi chiedono quando riapriremo; accade ogni volta che mi incontrano sotto casa a Tor Bella dove vivo; ma ricevo anche tantissimi messaggi di incoraggiamento a non mollare da parte della gente che ci aspetta». Con lui, davanti al forno a legna, c’è il capo pizzaiolo Amine, originario del Marocco e residente nel suo stesso quartiere. Un 22enne che ha detto «basta» al suo passato e ha scelto di entrare nella pizzeria di Marco a chiedere lavoro, arrivando poi in quattro anni a capitanare la brigata di cucina.

 

Un dipendente modello, oggi, affiancato dal siciliano Salvatore Muffari nello sfornare tonde come la Carbonara, che da “I Quintili” va per la maggiore.

O l’Amatriciana in fiamme, con lo show cooking al tavolo per rosolare sulla pizza, davanti ai clienti, il guanciale di maiale lucano allevato allo stato brado. «Siamo gli unici a farla in questo modo», racconta Marco, che negli anni ha servito diversi volti noti, come il cantautore Ultimo, che delle periferie è un altro esempio di rivincita, essendo nato e cresciuto a San Basilio. Solo uno dei tanti fan della pizza “quintiliana”, particolarmente apprezzata per le sue caratteristiche qualitative e di leggerezza. «Partiamo da un panetto di 230 grammi molto idratato e, alla fine del processo di lievitazione e maturazione, otteniamo un prodotto con un picco glicemico basso. L’impasto, poi, non supera mai i 40 grammi di carboidrati», spiega il pizzaiolo che appartiene alla nuova scuola della tonda napoletana, specificando: «Quella che richiede studio per fare un prodotto di qualità. Il mio è leggero e digeribile, grazie alle tecniche di arti bianche che ho approfondito assieme alla conoscenza sulle fermentazioni. Bagaglio che ho poi voluto condividere, insegnando nelle principali scuole in Europa, Giappone e Corea del sud». 

 

E mentre cresce l’orgoglio nel vedere le sale gremite di clienti che fanno in quattro le sue tonde anche a pranzo, non si sopisce la voglia di Marco di tornare quanto prima a Tor Bella Monaca nel locale che ha plasmato la sua vita e quella della sua famiglia: «Mio figlio Francesco e io siamo appassionati di motocross. Lui gareggia con il numero 320 sulla moto, proprio lo stesso del civico della pizzeria in cui è cresciuto. Il nostro senso di appartenenza a quel posto è così forte, che non riusciamo a vederlo chiuso. So che dovrei lasciar perdere, non riaprire e, magari, avviare un’attività in centro. Ma questo accadrebbe solo se pensassi al mero profitto», aggiunge il titolare, che non si arrende all’idea di veder svanito per sempre il suo sogno di fare imprenditoria sociale. Pensieri condivisi ad alta voce, intervallati da inevitabili sospiri. Del resto, lui ha sempre e solo agito seguendo il cuore che, a via San Biagio Platani, batte forte dal principio. Ed è stato lo stesso cuore a condurlo a Roma, dove ha scelto di restare per amore: «È accaduto quando mi sono innamorato della donna che oggi è mia moglie e la madre dei miei figli», confida il pizzaiolo mentre rimuove le insegne imbrattate del suo locale chiuso. Una passante che vive poco oltre lo conforta, avvicinandosi, a parole: «Qui è un mortorio senza di te. Se voglio una pizza non sai dove devo arrivà. Oppure me la devo fa portà a casa». A lei e a tutta la gente che aspetta il suo ritorno, Marco fa una promessa: «Presto avrete la pizzeria più bella di Tor Bella Monaca». 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Gennaio 2024, 11:14
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