Giovanni Truppi: «Temevo le major, ma mi hanno dato carta bianca»

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di Claudio Fabretti
«Sarà un concerto corale, che rifletterà tutte le stratificazioni e le sfumature presenti negli arrangiamenti del mio nuovo disco». Giovanni Truppi è pronto per la celebrazione live nella Capitale di Poesia e civiltà, il suo album uscito lo scorso marzo, per la prima volta con una major (la Universal). Stasera a Villa Ada, il cantautore napoletano - affiancato da una band di 6 elementi - raccoglierà l’abbraccio della sua “città adottiva”, dove vive da 8 anni

Dopo una lunga gavetta in ambito indie, è arrivata la prima volta con una major. Com’è successo?
«È accaduto tutto in modo naturale: hanno ascoltato i miei dischi e mi hanno contattato. Temevo che alla fine non se ne sarebbe fatto nulla, e invece...».

Cosa temeva, invece, dall’abbraccio della scena mainstream?
«Avevo il timore che condizionassero il mio lavoro, che limitassero la mia libertà. Invece mi hanno dato carta bianca su tutto».

Nel suo disco mescola musica e spunti letterari, come quelli che hanno ispirato la canzone “Borghesia”...
«Sì, in quel caso la scintilla è stata il libro La scuola cattolica di Edoardo Albinati. Volevo svelare proprio quella borghesia lì, tra ironia e denuncia politica. E mi ha colpito anche il modo in cui Albinati racconta la condizione di maschio giovane».

Nessuna parentela con l’omonima canzone di Claudio Lolli?
«Non la conoscevo, me ne hanno parlato tante volte e per scaramanzia continuo a non ascoltarla. Però un amico un po’ più grande me l’ha cantata e ho scoperto che la Borghesia di Lolli inizia come finisce la mia».

Quali sono i suoi riferimenti musicali?
«Soprattutto i cantautori classici della scuola italiana: De André, Dalla, Battiato, Conte. Poi alcuni artisti americani degli ultimi anni: Sun Kil Moon, Sufjan Stevens, Alabama Shakes».

E tra i nuovi cantautori italiani?
«Mi piacciono molto Brunori Sas, Niccolò Contessa, Iosonouncane. Oltre a mostri sacri come Capossela».

È stato anche sul palco con Calcutta...
«Sono stato ospite a una sua data a Napoli qualche mese fa. Ci conosciamo da tempo, siamo amici».

Da napoletano, come vede Roma, la città in cui vive?
«Abito a Centocelle da 8 anni, un quartiere che è cresciuto molto negli ultimi anni. È arrivata la metropolitana, sono fiorite varie realtà. Anche se tutto ha a che fare con la gentrificazione, che presenta altri problemi. Insomma, la Roma che sto vivendo io è una realtà più positiva di quella che si racconta di solito. Però forse sono poco obiettivo: con Roma vivo quasi un rapporto di coppia. Le perdono perfino l’immondizia sotto casa».
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Giovanni Truppi oggi 26 giugno in concerto a Villa Ada per presentare il suo nuovo album “Poesia e civilità”, alle 21,30. (foto D. Fracassi / agenzia Toiati)
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Giugno 2019, 09:46
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