Desiree Mariottini morta a 16 anni, quattro africani a processo. Le accuse: omicidio, violenza sessuale, cessione di stupefacenti

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Il gup di Roma Clementina Forleo ha rinviato a giudizio 4 cittadini africani per la morte di Desiree Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata senza vita il 19 ottobre dello scorso anno all'interno di uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo a Roma.
 
 


Vanno dunque a processo i cittadini d'origine africana Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe, accusati di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori. La prima udienza è fissata per il 4 dicembre nell'aula bunker di Rebibbia.
Secondo l'aggiunto Maria Monteleone e il pm Stefano Pizza, i quattro avrebbero abusato a turno della ragazza dopo averle fatto assumere un mix di droghe che ne hanno provocato la morte. Ad incastrarli ci sarebbero anche tracce dei Dna trovate dagli investigatori sul corpo della ragazza. Per questa vicenda, Comune di Roma, Regione Lazio e le associazioni 'Insieme con Mariannà e 'Dont't worry- Noi possiamo Onlus' si sono costituite parti civili.


«Il nostro dolore non si potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée». È quanto afferma la nonna materna di Desirée Mariottini, lasciando il tribunale di Roma dopo la decisione del gup che ha disposto il processo per quattro persone accusate anche di omicidio volontario.
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Ottobre 2019, 11:19
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