Addio a Lanfranco D'Onofrio, decano della sala cronisti della questura di Roma

Addio a Lanfranco D'Onofrio, decano della sala cronisti della questura di Roma

di Emilio Orlando

«Dotto' c’è stata due minuti fa una rapina in banca. I banditi erano tre e sono scappati con una Tipo grigia con la targa coperta verso il raccordo». È una delle centinaia di notizie che Lanfranco D’Onofrio, dava in tempo reale dalla sala cronisti della questura di Roma. Da oggi, quella voce squillante si è spenta, insieme alla vita del decano dei giornalisti di cronaca nera, morto dopo aver superato i 90 anni.


Entrato diciannovenne nella redazione di Paese Sera, passò a quella di Repubblica. Era il nipote del dirigente del partito comunista italiano ed ex partigiano Edoardo. Grande segugio per le notizie di nera “embargate”, aveva la passione per la cucina, soprattutto per i piatti a base di pesce.

Consigliava sempre gli ingredienti per preparare le ricette: «Dotto' mi raccomando nella zuppa, ci va sempre uno scorfano», diceva durante le lunghe attese di noi cronisti che aspettavamo l’uscita degli arrestati dalla squadra mobile. Lanfranco lascia la moglie Serena e i figli Rosangela e Andrea.


Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Novembre 2021, 13:29
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