Simba La Rue, dal carcere ai domiciliari col braccialetto elettronico: «Esigenze di salute»

Simba La Rue era stato arrestato una settimana fa assieme ad altri 10, tra cui l'amico Baby Gang, nell'inchiesta milanese per rissa, rapina e lesioni

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Il trapper Simba La Rue esce dal carcere e va ai domiciliari col braccialetto elettronico a casa dei genitori, in provincia di Como, per motivi di salute per proseguire le cure alla gamba ferita e operata dopo l'agguato del 16 giugno. A deciderlo è stato il gip di Milano Guido Salvini, a seguito dell'istanza dell'avvocato Niccolò Vecchioni. 

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L'arresto 

Simba La Rue era stato arrestato una settimana fa assieme ad altri 10, tra cui l'amico Baby Gang, nell'inchiesta milanese per rissa, rapina e lesioni. Indagine con al centro la sparatoria del 3 luglio nella zona di Corso Como, cuore della movida milanese, nella quale sono stati gambizzati due senegalesi. Simba era già passato dal carcere ai domiciliari, su provvedimento del Riesame l'8 settembre, dopo l'arresto di fine luglio in un'altra indagine su una «faida tra trapper», ma nella comunità Kayros di Vimodrone, stando agli atti, aveva poi commesso una serie di violazioni. Ora il giudice ha deciso per i domiciliari, sottolineando che «le esigenze relative alle condizioni e al diritto alla salute dell'indagato, tenuto conto anche della sua giovane età, debbano prevalere». E mette in luce, però anche che Simba nelle «dichiarazioni rese in occasione dell'interrogatorio dell'8 ottobre» ha mostrato «un inizio di riflessione sul disvalore dei comportamenti da lui tenuti iniziando in qualche modo, a differenza di altri indagati, dopo la grave esperienza» a porsi «domande sul suo stile di vita». Ai domiciliari, sempre su decisione del giudice, passano anche Alassane Faye e Paulo Marilson Da Silva.

 

I domiciliari

Escluso «un suo ricollocamento presso la comunità Kayros», dove il 20enne parlava tranquillamente al telefono con l'ex fidanzata Barbara Boscali (arrestata dal gip di Bergamo come mandante dell'agguato ai suoi danni), il gip ha stabilito che può «essere posto agli arresti domiciliari presso l'abitazione della sua famiglia». Anche perché i genitori, con una lettera inviata al giudice, si sono detti pronti «a soddisfare tutte le sue esigenze terapeutiche accompagnandolo personalmente alle visite mediche e alle sedute di riabilitazione cui dovrà sottoporsi» e si sono «impegnati a vigilare sulla sua condotta».

Le condizioni di salute

Secondo quanto riporta il giudice, il trapper «continua a deambulare con le stampelle», non è «autonomo» ed è «più volte caduto in cella» a San Vittore.

E nell'ultima visita medica del 7 ottobre è stato segnalato «il rischio di danni permanenti» alla gamba colpita con dieci coltellate dal gruppo del trapper rivale Baby Touché (non figura tra gli arrestati per il tentato omicidio). Anche la difesa ha depositato un'ampia consulenza medica valorizzata dal gip. Nell'ordinanza si ricorda pure che Simba nella rissa del 3 luglio si mise a colpire i senegalesi con le stampelle, aggravando così notevolmente «le conseguenze della ferita».  

La faida

Baby Gang (Zaccaria Mouhib) e Simba La Rue (Lamine Mohamed Saida) sono stati fermati in un'operazione congiunta di carabinieri e polizia in relazione a un'aggressione a colpi di arma da fuoco avvenuta a Milano nella notte tra il 2 e il 3 luglio scorso in via di Tocqueville, una delle strade della movida. In quell'occasione due senegalesi erano stati gambizzati. Durante l'udienza «Hanno fatto riferimento ad inneschi dello scontro del tutto implausibili» scrive il gip di Milano Guido Salvini, ricostruendo alcuni passaggi dell'indagine dopo il blitz di una settimana fa, nell'ordinanza con cui ha disposto che Simba possa andare ai domiciliari a casa dei genitori per proseguire la riabilitazione della gamba ferita nell'agguato dello scorso giugno. Nelle versioni degli arrestati, spiega il gip, è stato riferito che «uno dei 2 senegalesi», poi gambizzati, «si sarebbe avvicinato a Zaccaria Mouhib», ossia Baby Gang, «con l'intenzione di strappargli alcune delle numerose collane d'oro che portava al collo». Versione questa «che non tiene conto del fatto che in quel momento il senegalese non era nemmeno munito della pistola scacciacani, mentre Baby Gang si trovava insieme a molti altri giovani del suo gruppo compresi i 'guardaspalle, circostanza questa - chiarisce il gip - che rende assurda l'ipotesi di una tentata rapina». Un altro indagato, invece, «ha fatto riferimento, in modo contraddittorio rispetto» all'altra versione, «ad una volontà del senegalese di fotografare Baby Gang, da questi rifiutata, situazione che non emerge in alcun modo dai fotogrammi». Per il giudice, poi, «nessun elemento di chiarezza in particolare è giunto in merito all'arma che è stata usata quella notte (se quella sequestrata a Saida (Simba, ndr) nel luglio 2022, quella sequestrata a Mouhib Zaccaria il 7 ottobre al momento dell'arresto, oppure una terza ancora) tanto è vero che sono in corso accertamenti tecnico- scientifici di carattere comparativo con i bossoli rinvenuti a terra»


Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Ottobre 2022, 17:08
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