I ragazzi arrabbiati e infelici, lo psicoterapeuta Iannaccone: «Il virus, la nuova povertà e la rabbia diventa branco»

I ragazzi arrabbiati e infelici, lo psicoterapeuta Iannaccone: «Il virus, la nuova povertà e la rabbia diventa branco»

di Simona Romanò

«L’assenza di prospettive, le crescenti difficoltà che affliggono molte famiglie, la paura di non farcela, che la pandemia ha esacerbato, stanno portando i ragazzi a vivere un profondo malessere. Non sono felici, spesso vedono tutto nero». Nicola Iannaccone, psicologo, psicoterapeuta, esperto nella promozione della salute nel contesto scolastico e referente Covid nelle scuole per l’Ats Milano, interpellato da Leggo, riflette «su dove ripartire» dopo i recenti fatti di cronaca, con protagonisti alcuni giovanissimi in branco a Milano. Dalle violenze sessuali in piazza Duomo al giovane gambizzato a San Siro, all’arresto per rapina di alcuni rapper molto seguiti sui social, fino ai raduni di piazza con guerriglie fra ragazzi e forze dell’ordine.

Professore, cosa accade ai ragazzi?

«Ancor prima dell’emergenza Covid si registravano situazioni problematiche, perché il disagio giovanile era già evidente. I ragazzi soffrono perché hanno meno opportunità rispetto alle vecchie generazione, per esempio, sul fronte del lavoro. La pandemia ha gonfiato il disorientamento e il malessere minorile, che ora ci appaiono in tutta la loro drammaticità perché portano all’autoisolamento o a compiere gesti aggressivi e fuorilegge».

I giovani ora sono rabbiosi?

«Non protestano contro qualcosa o qualcuno, ma hanno voglia di prevaricazione, di uno sfogo distruttivo, senza progettualità. Soprattutto se sono in gruppo, il cosiddetto branco».

Perché muoversi in branco?

«Il branco non ti fa rendere conto della gravità dei comportamenti in atto».

Il Covid ha peggiorato il “mal di vivere” giovanile?

«Il virus limita ancora, per esempio, la frequentazione dello stadio e delle discoteche, quindi, riduce le valvole di sfogo e le occasioni per scaricare tensioni e pulsazioni.

Che poi i ragazzi “liberano” in modo fuori controllo, per strada o in una piazza. Vivono in modo controverso e non a caso seguono personaggi discutibili, come i rapper che promuovono la musica di rottura che parla di armi, bande, denaro, potere».

Cos’è stata la molla delle molestie in Duomo a Capodanno?

«Non credo siano state preordinate. Si parla di un gruppo di maschi, senza fidanzate, che hanno esercitato il loro predominio maschile tramite la violenza sessuale».

Da dove ripartire?

«La pandemia deve indurci a cambiare l’idea di sviluppo della città. Milano non si può basare solo sui grandi eventi di successo. Bisogna lavorare per colmare il divario sociale, via via aumentato già prima del virus, che appunto scatena disagio, scontentezza, frustrazione».

Quale messaggio trasmettere a un giovane?

«Vivi in modo consapevole, non buttare tutto all’aria. Tu sei il nostro presente e stai costruendo il tuo e il nostro futuro».


Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Gennaio 2022, 08:47
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