L’asino raglia,
non è un cavallo

L’asino raglia, non è un cavallo

di Flaminia Bolzan

È uno spreco inutile di tempo e risorse il cercare di smentire un aspetto della vita che nelle relazioni è in realtà molto immediato: a volte le persone sono esattamente come sembrano. Sforzarsi di capire o carpire qualcosa di diverso, di nascosto, di imperscrutabile che va oltre la patina di superficie, risponde in realtà ad un’esigenza del tutto soggettiva ovvero il voler cambiare quel qualcuno per renderlo più vicino alla nostra idea di come avremmo desiderato che fosse. C’è un concetto fondamentale che ha a che fare con questo e cioè che le persone sono in grado di cambiare solo nel momento in cui ne riconoscono l’esigenza per loro stesse, difficile che lo facciano in maniera genuina altrimenti. Perciò, spiegatemi un solo motivo per cui dovremmo ostinarci a voler chiamare cavallo un asino.

Non lo trovate? Ve lo spiego io, perché nel momento esatto in cui lo sentite ragliare, vi illudete che prima o poi possa nitrire. Smettete di pensarlo, smettete di crederlo. A volte la strategia più funzionale è quella di osservare e accettare quel che non può essere modificato per concentrarsi invece sulla rispondenza ai nostri desideri. Se notate una distanza insanabile tra questi due aspetti, semplicemente, lasciate andare. Gentilmente, ma salutate e avviatevi su una strada più percorribile, alla vostra velocità che solo voi potrete scegliere ed eventualmente, ma solo eventualmente, decidere di adattare.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Gennaio 2024, 06:00
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