Narciso mascherato: una volta si chiamavano str***i. Come gestire la "fase uno"

Narciso mascherato: una volta si chiamavano str***i. Come gestire la "fase uno"

di Flaminia Bolzan

Una volta si chiamavano semplicemente stronzi, scusate il francesismo. Oggi invece si tende ad usare, talvolta abusandone, un'etichetta diagnostica. Ad ogni modo vorrei soprassedere su questo aspetto, così come sullo spiegone di tutto il ciclo narcisistico per concentrarmi sulla fase uno. Quella più delicata, affascinante e pericolosa.

Avete presente quella sera in cui siete tornate a casa e lanciando letteralmente i tacchi sul parquet vi siete sbragate con occhi sognanti sul divano dopo una piacevole serata trascorsa con lui? Ecco, tornate indietro al momento e fatelo ora che invece siete in tutt'altra condizione. Cercate di ricordare se entro una mezz'ora da quel saluto sotto al portone avete trovato un suo messaggio su whatsapp che nemmeno quel 6 unica sulla maglia del Capitano vi avrebbe sconquassato il corazon e soprattutto il cabezon.

A questo punto siete già pronte e in grado di subodorare dove stava il tranello.

Il famoso love bombing inizia proprio così. È tutto uno tsunami di amorevolezze e complimenti, gesti plateali, attenzioni a profusione e bisogno (finto) di contatti ravvicinati ad ogni ora. Va a prendere il caffè? Manda un cuore. Sta lavorando? La nuvoletta del pensiero. Non passa giornata che non sia scandita da buongiorno e buonanotte.

Insomma, per stornellarla alla romana, ve sta a rincojonì de bucìe. Perché Narciso nella fase uno è mascherato da agnello, ma sta progettando il modo migliore per svalutarvi, per testare la tenerezza della vostra carne e la disponibilità ad accondiscendere senza fiatare. Quindi signorine, ascoltate me, e fate una cosa che manco Houdini avrebbe potuto fare maglio, sparite. Prima che sia troppo tardi.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Luglio 2022, 12:35
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