Un triplete di calvari

Un triplete di calvari

di Flaminia Bolzan

Finalmente è finito un triplete di calvari. Non voglio dire che il festival di Sanremo lo sia stato per carità, ma sulla scia della scorsa settimana non mi posso esimere dal considerare che in effetti per qualche giorno gli scissionisti del tubo catodico sono praticamente stati i fuori rosa di un paese intero. Manco all’allenamento differenziato hanno potuto partecipare. Ad ogni modo, paralavo di triplete perché ci siamo levati dalle scatole anche carnevale e San Valentino, che per molti potrebbero sostanzialmente essere la stessa cosa, quindi è stato nettamente avvantaggiato chi ha potuto scegliere e pescare nel mazzo la maschera dell’innamorato. Non ha dovuto investire sul classico costume da fungo e non ha neppure dovuto usare troppa fantasia. So per certo che qualche gentile donzella ha aperto gli occhi proprio ieri con una dose elevata di rammarico misto a tristezza per aver passato una serataccia in solitaria, le motivazioni prevalenti? Lui era fuori con la moglie, o peggio, con la madre. Almeno così diceva. Salvo poi scoprire che la madre aveva in realtà 25 anni. Signorina, se ti è accaduto questo e hai avuto l’ardire di venirne a parte, gioisci. Ti sei salvata e per questa Santa Pasqua in prospettiva hai davvero una chance di rinascita. Pensati araba fenice.

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Febbraio 2024, 11:20