Essere fuori
dagli schemi

Essere fuori dagli schemi

di Flaminia Bolzan

C’è solo una settimana dell’anno in cui, al pari del Natale, tutto sembra bloccarsi. È la settimana del festival di Sanremo. A volte questo fenomeno capita pure durante i mondiali di calcio, ma dura meno. E che io ricordi, il picco è stato raggiunto solo nel 2006, roba che ancora durante qualche estate sento parlare al bar del rigore di Grosso come se fosse stato tirato il giorno prima e penso davvero che si viva di ricordi. Ma questa è un’altra storia. Quella che ti racconto ha a che fare invece con l’essere fuori dagli schemi. Se non partecipi a nessun gruppo di ascolto, lo sei. Se non fai il fantasanremo, lo sei. Se addirittura non vivi tutto questo con ostentata superiorità, né con un malcelato timore di sentirti estromesso da non si sa bene cosa, lo sei, ma a cavallo. Si, nel senso che hai compreso probabilmente una cosa importante, cioè il fatto che uniformarsi alle aspettative altrui non è un dovere, al contrario, lo è fare ciò che ti aiuta a star bene (anche se non prevede alcuna maratona televisiva sul primo canale). Perché lo ribadisco? Ma è ovvio, per sancire la tua ineluttabile unicità e tenerti comunque ancorato alla normalità di questa. Un pochino, lo ammetto, è anche per ricordarti che puoi prenderti cura di te con le azioni, ma pure con le omissioni.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Febbraio 2024, 06:00