Costa Concordia, Kevin Rebello è italiano: il fratello Russel morì nel naufragio al Giglio

«Russel mi chiamava 'l'italiano', sapeva che questo era il mio desiderio e ora sarà orgoglioso di me»

Costa Concordia, Kevin Rebello è italiano: il fratello Russel morì nel naufragio al Giglio

Al Giglio lo avevano adottato da tempo. Adesso potrà tornarci da italiano. Quando suo fratello Russel è morto sulla Costa Concordia, nel disastro del 13 gennaio 2012, Kevin Rebello ha viaggiato per tre anni verso l'isola prima che il suo corpo fosse ritrovato tra le lamiere gelide della nave semi-affondata e gli venisse riconsegnato. Kevin due settimana fa ha ricevuto la cittadinanza dal Comune di Milano e sabato è arrivata la nuova carta d'identità.

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Chi è Kevin Rebello

«Russel mi chiamava 'l'italiano', sapeva che questo era il mio desiderio e ora sarà orgoglioso di me», aveva detto. Dopo quasi 24 anni in Italia, Kevin Rebello può festeggiare un traguardo importante e tanto atteso, la cittadinanza. Suo fratello Russel è una delle 32 persone che hanno perso la vita il 13 gennaio 2012. Era un cuoco sulla Costa Concordia e non è riuscito a salvarsi. Il suo corpo è stato l'ultimo a essere ritrovato, mille giorni dopo quella notte incredibile.

Adesso sorride grazie alla cittadinanza ricevuta dal Comune di Milano. «È vero, il percorso è stato lungo, ma era uno dei miei sogni ed è stato un traguardo importante. Sono in Italia da 1999, in pratica da metà della mia vita. Diciamo che sono nato in India ma 'fatto' in Italia». All'inizio del nuovo anno ha appuntamento per il passaporto. Poi, visto che l'India non consente la doppia cittadinanza, dovrà cancellare quella indiana e a quel punto sarà solo «Kevin l'italiano». «Quando è successo l'incidente di mio fratello - racconta Rebello - ho perso il mio lavoro, lavoravo per un'azienda che è poi fallita.

Tutto è successo nel giro di due-tre mesi: a gennaio l'incidente di Russel, a febbraio l'azienda si è disciolta e ho dovuto cercare un altro lavoro».

Due pesi da sopportare contemporaneamente. L'ha fatto con grande dignità. Telefonò anche al comandante Francesco Schettino dopo la condanna nel 2017, pensando alla sua famiglia. Ora collabora con un'azienda che si occupa di benessere ed è sposato. Era arrivato in Italia con l'idea di rimanerci? «L'idea era di rimanere per un po' e vedere come andavano le cose, però dopo un anno che stavo qui la prospettiva è diventata più concreta e ho pensato 'ok, questa è casa mià. Sono tornato nel mio Paese ma solo in visita».

In India ha i genitori e nel 2015 finalmente è riuscito a riportare a casa le spoglie di suo fratello. Avrebbe voluto festeggiare con Russel, «molte volte lui diceva che ci sono persone che sono nate nel posto sbagliato. Ora ne sarebbe contento, lui già sapeva che volevo fare la pratica per la cittadinanza, sapeva che il mio obiettivo era questo. L'ultima volta che l'ho incontrato a Genova ero in Italia già da 10 anni e ne avevamo parlato. Sicuramente ne sarà orgoglioso».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Novembre 2022, 15:55
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