Torino, costretto a vivere in auto con moglie e tre figli: licenziato e con gli stipendi arretrati

Licenziato e con gli stipendi arretrati, Alessandro costretto a vivere in auto con moglie e tre figli

di Salvatore Maria Ferrarelli
Sono tante le famiglie italiane che si trovano in situazioni economicamente insufficienti. Siamo a Torino dove un uomo, insieme alla sua famiglia, è costretto a vivere in macchina dopo aver perso il lavoro e con stipendi mai pagati. Alessandro R. faceva il magazziniere, ma la ditta per cui lavorava è fallita. Con lui ci sono la compagna e i tre figli piccoli.

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La famiglia riceve aiuto soltanto dalla carità di amici e persone della società mentre il comune e i servizi sociali sembrerebbero essere assenti e non dare una risposta soprattutto per quanto riguarda l'incolumità dei tre bambini. 
Alessandro ha fatto mille lavori, “ho sempre lavorato persino quando tirare a fine mese significava raccattare i soldi per coprire le spese e nient'altro. Dopo pochi mesi venivo rimpiazzato e la favola finiva” dice al Corriere della Sera.
Alessandro ha fatto il corriere, l'idraulico e anche volantinaggio. Fino a che l'ultima ditta lavorava è fallita e lo ha lasciato con mesi di stipendio arretrato. Insieme ad Alessandro ci sono la moglie e i tre piccoli figli di tre e due anni e l'ultimo di appena cinque mesi. 

Non potendo pagare più l'affitto si sono dovuti accampare in auto per le strade di Borgo Vittoria, un quartiere di Torino.“Il Comune e i servizi sociali ci chiedono un reddito per assegnarci una casa e noi non l'abbiamo”, spiega Alessandra. Le condizioni di questa famiglia sono molto precarie e possono contare solo su pochi aiuti da parte della società, qualche soldo e qualche parola di conforto. 
Alessandra e i bambini sono stati accolti per qualche giorno dalle suore di Torino. Ma la preoccupazione maggiore per i due restano i figli: “Ogni giorno guardo in faccia i miei bimbi e spiego loro che stiamo attraversando un momento difficile, ma che ci rialzeremo più forti di prima. Però hanno fame. Per restituirgli la loro infanzia siamo disposti a tutto, a svolgere qualunque tipo di lavoro”.
La coppia ha mandato curricula dappertutto, ma di risposte non ne sono arrivate: “Nessuno ci considera. L'unica cosa che vorremmo è una casa. Le stiamo provando tutte, ma rischiamo di doverci arrendere. Riadeci la nostra dignità, prima che si faccia tardi”.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Maggio 2018, 17:54
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