Strage di Palermo, Barreca e la telefonata al 112: «Ho fatto la volontà di Dio...mia moglie era posseduta. Il diavolo ci stava mangiando»

La chiamata ai carabinieri dopo la strage. «Gli spiriti mi hanno bloccato anche la macchina...». Le domande dell’operatore dell’Arma che prima resta perplesso e poi si allarma

Strage di Palermo, Barreca e la telefonata al 112: «Ho fatto la volontà di Dio...mia moglie era posseduta. Il diavolo ci stava mangiando»

Mezzanotte e trentasette minuti di domenica 11 febbraio. «Buonasera. Mi devo consegnare.....Pure che ve lo dico non ci credet e...ve lo dico lo stesso.. Quando uno vuole fare la volontà di Dio gli spiriti si ribellano. Mia moglie era posseduta…cioè... in pratica è morta mia moglie....». Un uomo chiama il centralino dei carabinieri e farfuglia di demoni e spiriti, iniziando il suo racconto farneticante, in cui ripeterà più volte di «voler fare la volontà di Dio», quindi «le cose giuste, vivere e amare il prossimo come te stesso».

Le prime domande del carabiniere: prima perplesso e poi spaventato

 L’interlocutore resta perplesso, poi si allarma. «Gli spiriti?» — chiede. Dall’altra parte del telefono c’è Giovanni Barreca, 54 anni, muratore. Barreca si trova a Casteldaccia, lo dice ai carabinieri perché vadano a prenderlo, ed è lì perché a fermare la macchina su cui si trova - così dice - sono stati sempre quegli "spiriti". Insieme alla figlia 17enne e a due complici ha sterminato durante un rito di purificazione da Satana, la moglie Antonella Salamone e i figli di 16 e 5 anni. 

«I demomi mi stavano mangiando, mi hanno bloccato la macchina»

«Sono in campagna.. e c’ho... forse unica speranza che c’ho mia figlia perché ho dovuto scappare perché io credo in Dio. Ho dovuto scappare (sic)... perché i demoni mi stavano mangiando pure me» — continua. Il carabiniere è sempre più attonito. «Gli spiriti mi hanno bloccato pure la macchina e sono qua a Casteldaccia... diciamo uscendo dall’autostrada ..verso... andare dentro Casteldaccia..no...sempre dritto...», prosegue Barreca che comunica la sua posizione agli investigatori con l’intenzione di consegnarsi.

Soltanto verso la fine della chiamata inizia a piangere e afferma di aver lasciato «mia figlia ed era posseduta, a mio figlio il piccolo morto». Il contenuto della telefonata è riportato nell'ordinanza di custodia cautelare con cui il gip di Termini Imerese, Valeri Gioeli, ha dispoto il carcere per Barreca, ma anche per Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia di palermitani che avrebbe officiato un violentissimo rito di esorcismo, al culmine del quale sono morti la moglie di Barreca, Antonella Salamone, di Aragona, e i figli più piccoli, Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni.  

“I Fratelli di Dio”

Comincia così l’indagine sulla strage di Altavilla Milicia: tre omicidi preceduti da inaudite torture commessi da un gruppo di fanatici religiosi che si facevano chiamare “Fratelli di Dio”. Ad aiutare Barreca e la figlia, unica della famiglia a scampare alla strage, sono stati due amici, Massimo Carandente e la compagna Sabrina Fina. I quattro sono tutti detenuti. «C’ho a mio figlio...a due morti e una l’ho lasciata li perché è dovuto scappare perché si stavano... aspetta io gli devo...gli voglio dire che il mondo spirituale non è come quello carnale, capito?», continua a farneticare Barreca. «Io voglio fare la volontà di Dio...», spiega.

Il sonnno beato della figlia sopravvissuta

«E qual è la volontà di Dio?...», chiede il carabiniere (cercando di farlo parlare). «La volontà di Dio è fare le cose giuste. Vivere e amare il prossimo come te stesso», risponde. Dopo pochi minuti una pattuglia va a prenderlo, un’altra arriva nella villetta dell’uomo in cui si è consumata la mattanza. La figlia sopravvissuta sta dormendo beata. I due maschietti Kevin ed Emanuel sono morti dopo orribili torture. La madre uccisa e bruciata è sepolta in giardino.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Febbraio 2024, 14:47
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