Varese, matrimonio con saluti romani nella sede del Comune. A celebrare le nozze il leader di un gruppo neonazista

La denuncia dell' Anpi: identificare chi li ha fatti,indagare su gruppo neonazista

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di Redazione web

Saluti romani degli sposi dal balcone del Comune di Varese, con tanto di risposta da parte di diversi invitati in camicia nera. È quanto segnala l'Anpi riguardo alla celebrazione di un matrimonio a Varese. L'associazione nazionale dei partigiani chiede «con la massima urgenza che le forze dell'ordine procedano all'identificazione di tutti coloro che si sono esibiti nel saluto romano e alla magistratura di aprire un'indagine per violazione delle leggi Scelba-Mancino». E' successo sabato 3 febbraio nel Comune di Varese dove si è tenuto nella sala matrimoni l'unione civile di un militante della Comunità dei Dodici Raggi e la sua compagna. A officiare il rito civile è stato Alessandro Limido, leader e fondatore della formazione neonazista con sede ad Azzate inquisita dal 2017 per tentata ricostituzione del partito fascista. Il sindaco Galimberti: «Inaccettabile, subito un'azione penale».

La denuncia dell'Anpi

«A Varese il capo dell'associazione neonazista 'Do.Ra.', la comunità militante varesina dei 'Dodici Raggì, ha officiato il matrimonio di un membro del medesimo gruppo con una signora - racconta il presidente nazionale dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo - .

Immediatamente dopo il matrimonio, dal balcone di Palazzo Estense, sede del Comune di Varese, lo sposo, accompagnato dalla consorte, ha salutato romanamente gli invitati, che hanno pubblicamente risposto dal giardino sottostante con altrettanti saluti romani. Tutti, sposo compreso, rigorosamente vestiti di nero. C'è un limite, oltre che alle leggi vigenti, anche alla decenza costituzionale, che pare ampiamente superato», ha commentato Pagliarulo, il quale ha ricordato che «le sezioni unite penali della Corte di Cassazione hanno recentemente disposto che il saluto romano integra il delitto di ricostituzione del partito fascista ove la condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione (il saluto romano è avvenuto in luogo pubblico per antonomasia, cioè la sede del Comune) sia idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista». Pagliarulo chiede inoltre «come mai, dopo le innumerevoli manifestazioni di natura neofascista e le tante disavventure giudiziarie di cui si è resa protagonista l'associazione Do.Ra., non si sia ancora proceduto per il suo scioglimento». 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Febbraio 2024, 16:27
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