La madre, preoccupata, racconta subito ai sanitari di una caduta dal letto. Un incidente, avvenuto la notte del 2 maggio, che nell'immediato era sembrato di poco conto: un livido in fronte, qualche lacrima e un grande spavento. Nulla che non si potesse curare, almeno apparentemente, con qualche coccola e un pò di pomata. La bimba si era ripresa bene e nessuno ci aveva più pensato. Sino a quando è arrivato il vomito. Ed è passata completamente la fame. I medici di Rivoli la visitano e la dimettono. Il referto parla di una sospetta gastrite, probabilmente di carattere virale. Di quelle che si vedono spesso tra le corsie dell'ospedale, soprattutto tra i bimbi piccoli.
La situazione, nelle ore successive, peggiora. Nuove crisi, nuovi spasmi. E il papà e la mamma, di corsa, tornano all'ospedale di Rivoli. Chiedono aiuto. Si affidano al personale sanitario; la piccina viene visitata dal medico di guardia. «Vigile, ma abbattuta. Poco reattiva, ma con parametri vitali nella norma», questa la prima diagnosi. In poche ore, però, le condizioni di salute della bimba precipitano. Sopore, bradicardia, comparsa di un'ematoma alla radice del naso, iporeattività neurologica, ovvero una ridotta capacità di risposta agli stimoli. I sintomi tipici di un grave trauma cranico. La bimba viene immediatamente trasferita dai sanitari del 118 a Torino, all'ospedale infantile Regina Margherita, dove arriva in stato di coma e con midriasi fissa, termine medico per indicare una dilatazione costante della pupilla.
Le condizioni sono disperate. Ricoverata in rianimazione, è morta nella notte.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Maggio 2018, 22:47
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