A 17 anni ammazza il padre a colpi di machete e scappa con la fidanzata: la lite violenta fra le roulotte

A 17 anni ammazza il padre a colpi di machete e scappa con la fidanzata: la lite violenta fra le roulotte

di Francesco Campi

ROVIGO-  Un colpo violento, frontale, che sarebbe stato vibrato con un machete dal figlio contro il padre, dopo un violento litigio. È morto così, nella serata di ieri, Eddis Cavazza, detto Chicco, giostraio, nato a Medicina, in provincia di Bologna, che da lunghissimo tempo viveva in una delle roulotte che da anni sono parcheggiate in un terreno di proprietà della famiglia, lungo la Provinciale 4 poco fuori Sant'Apollinare, ad un passo dal confine di Ceregnano.


IL MOVENTE

Ed è proprio fra le roulotte che sarebbe divampato il litigio fra l'uomo ed il giovane figlio 17enne, che avrebbe poi ucciso il padre. Questa almeno la prima ricostruzione, a grandi linee, senza che siano ancora state formulate accuse definite né accertate precise responsabilità. Anche perché mancano elementi fondamentali per inquadrare il gesto finale in una concatenazione di eventi che potrebbero mutarne la lettura e l'interpretazione. Il corpo dell'uomo è stato trovato, riverso a terra, lungo la strada che dalle roulotte porta verso un gruppo di case, come se avesse disperatamente percorso i pochi metri tentando di rivolgersi ai vicini per chiedere loro aiuto. Nei pochi metri di distanza non c'erano evidenti tracce di sangue, se non nel fossato, addossato alla recinzione della casa dei vicini, dove è stato trovato il cadavere.

Il figlio e la fidanzata indagati per omicidio, lei ha avuto un ruolo fondamentale nella premeditazione del delitto


COLPO FRONTALE

Quando è intervenuto il medico ha solo potuto constatare l'avvenuto decesso. Al momento non è stato ancora accertato se il colpo letale sia arrivato proprio lì, nel punto dove si è poi accasciato, o se l'uomo si sia trascinato dopo essere stato ferito a morte.

Anche l'arma è stata trovata poco distante, un machete con una lunghezza considerevole, circa mezzo metro.


LA FUGA

Il tutto è successo verso le 19 ed il figlio, insieme alla sua giovane compagna, si è poi dato alla fuga, al volante dell'auto del padre, un'Opel Zafira. Una ricostruzione ancora sommaria, visto che le operazioni della Scientifica sul luogo della tragedia sono andate avanti fino a notte inoltrata, con una squadra dei vigili del fuoco a illuminare la scena del crimine per permettere ai poliziotti ed al medico legale di effettuare i propri accertamenti. E sono andate avanti a lungo anche gli interrogatori di quanti erano presenti. A cominciare dalla moglie del morto e madre del giovane accusato di averlo ucciso, straziata da un doppio dolore. Ma erano nelle roulotte, in quel momento anche gli altri figli, dalla più grande, appena maggiorenne, alla più piccola di appena tre anni. Un dramma familiare che ha visto anche l'intervento di altri parenti, avvertiti telefonicamente ed accorsi soprattutto per occuparsi dei piccoli in quei delicati e tragici momenti.


VITA IN ROULOTTE

La cornice in cui si è consumato l'omicidio è quella di una situazione di marginalità. E sembra che ad aggravare il quadro siano state anche le dipendenze del giovanissimo figlio, che proprio in quei concitati momenti sarebbe stato in preda ai fumi dell'alcol. A dare l'allarme sembrano essere stati i cugini, residenti a Conselve, che erano stati avvertiti dell'accaduto. La fuga del ragazzo, insieme alla sua compagna, una ventenne di Ceregnano, non è durata a lungo, perché già attorno alle 23 è stato fermato. Le ricerche sono scattate immediatamente e sono state accurate. Era scappato verso Adria, sembra per rifugiarsi a casa di un parente della ragazza. Entrambi sono stati subito accompagnati in Questura. A coordinare le delicate indagini, il sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo, pubblico ministero di turno


Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Febbraio 2021, 15:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA