Omicidio Iole Tassitani, per il killer si aprono le porte del carcere: «Potrà chiedere permessi premio»

Omicidio Iole Tassitani, per il killer si aprono le porte del carcere: «Potrà chiedere permessi premio»

A poco più di 13 anni dal rapimento e omicidio di Iole Tassitani, per Michele Fusaro si potrebbero aprire le porte del carcere: l'ex falegname di Bassano del Grappa, condannato a trent'anni per l'omicidio della donna, potrà infatti chiedere un permesso premio e, se lo otterrà, potrà uscire temporaneamente dal carcere. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza, come scrive oggi il quotidiano Il Gazzettino: per la giustizia il killer della 42enne ha detto tutto ciò che sapeva e può dunque accedere ai benefici penitenziari.

Iole, figlia di un notaio, fu rapita il 12 dicembre 2007 e venne trovata morta (il corpo fatto a pezzi) il 23 dicembre. Già tre anni fa era emersa la stessa ipotesi, a 10 anni dal delitto: ma lo stesso Fusaro aveva spiegato - in una lettera allo stesso Gazzettino - di non voler fruire di questa opportunità. «Neanche da morto esco da qui», aveva detto nella lettera, spiegando di essere rimasto stupito quando sui giornali era emersa la possibilità che avesse dei permessi premio.

Perché la Cassazione ha deciso così

Un anno fa, il 19 febbraio 2020, il Tribunale di Sorveglianza di Venezia «dichiarava sussistenti», nei suoi confronti, «le condizioni della collaborazione impossibile» in relazione alla condanna emessa dalla Corte di Assise di appello di Venezia l'11 giugno 2010, «per i delitti di sequestro di persona a scopo di estorsione con uccisione della vittima, oltre che per distruzione di cadavere e rapina aggravata».

Una decisione confermata dalla Cassazione dopo che la Procura si era opposta: in teoria Fusaro dovrebbe restare in carcere fino al 2037, per via dello sconto di un terzo della pena legato al rito abbreviato.

La norma sulla collaborazione impossibile prevede che i permessi premio e le misure alternative alla detenzione possano essere concessi ai condannati anche in assenza di una collaborazione con la giustizia, a condizione che si trovino nell'oggettiva impossibilità di collaborare: come in questo caso, in cui i giudici hanno stabilito che Fusaro non ha più nulla da svelare. I familiari della vittima però non sono mai stati convinti di questo: secondo loro aveva dei complici, o addirittura degli istigatori. La decisione della Cassazione però è ormai arrivata: ora Fusaro potrà chiedere e ottenere un permesso premio. Il futuro dirà di più.


Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Febbraio 2021, 11:50
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