Matteo Messina Denaro come sta? «Notte tranquilla», anche i medici sono sorpresi

Asl e famiglia al lavoro per pratiche post mortem

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di Redazione web

A 24 ore dalla constatazione dell'irreversibiltà delle condizioni di salute del boss Matteo Messina Denaro – che non ha più speranze di salvarsi dal tumore al colon – ci si prepara a un'altra notte di emergenza. Ci sono medici e paramedici, ma anche forze dell'ordine, diverse decine di uomini, in divisa e in borghese, visto che le misure di sicurezza da ieri sera sono state rafforzate.

Il 62enne, da giorni in carico al team della terapia del dolore e non più agli oncologi, è sedato, non viene più alimentato: secondo quanto si apprende da fonti mediche, in queste ore, dopo il collasso di ieri, sono migliorati i parametri della pressione e della diuresi. Ma è chiaro che tutti sono pronti a gestire la fine dell'ex superlatitante. Anche i familiari, rappresentati dalla legale e nipote, Lorenza Guttadauro, e la giovane figlia Lorenza, che da alcune settimane si sono trasferite all'Aquila e che si sono battute perché l'ex padrino finisse i suoi giorni in ospedale e non dietro la sbarre in regime di 41 bis.

Il boss in coma

Ha superato la notte, contro ogni previsione dei medici che lo hanno in cura, Matteo Messina Denaro, da ieri sera in coma irreversibile per le conseguenze del tumore al colon. Il 62enne è ricoverato nella cella del reparto per detenuti dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila, assistito dagli specialisti della terapia del dolore che lo hanno in carico da alcuni giorni dopo la sospensione di qualsiasi terapia oncologica. Al boss è stata sospesa l'alimentazione parenterale per endovena.

Questo anche per rispettare le volontà di Messina Denaro che, nel testamento biologico, ha chiesto espressamente di evitare l'accanimento terapeutico.

Il boss si è aggravato ieri pomeriggio per un forte sanguinamento, un collasso e l'occlusione intestinale diventata cronica.

 

Le pratiche post mortem già avviate

I sanitari stanno gestendo la fine dell'ex superlatitante. Intanto, sia la Direzione sanitaria della Asl dell'Aquila sia le istituzioni, all'erta dall'8 agosto scorso giorno del ricovero, stanno organizzando le fasi successive alla morte del boss e quelle della riconsegna della salma alla famiglia, rappresentata dalla nipote e legale Lorenza Guttadauro e dalla giovane figlia Lorenza, riconosciuta recentemente e incontrata per la prima volta nel carcere di massima sicurezza dell'Aquila nello scorso aprile.

E in questo quadro sono state rafforzate le misure di sicurezza assicurate da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza con il sostegno dell'Esercito. Oltre a tanti uomini in borghese che da circa un mese e mezzo presidiano la struttura sanitaria.


Ultimo aggiornamento: Sabato 23 Settembre 2023, 20:56
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