Il guardrail «era solo una ringhiera». L'accusa della società dei bus: il mezzo andava a una velocità minima

«Purtroppo non era un guardrail ma una ringhiera». Le immagini dell'incidente sul cavalcavia lasciano pochi dubbi

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di Redazione web

Incidente Mestre, sono molte le domande il giorno dopo la tragedia che è costata la vita a ventuno persone. Dito puntato soprattutto sulle condizioni del guardrail. dopo La domanda che tutti oggi si fanno è come sia stato possibile che un pullman, per quanto del peso ragguardevole di 13 tonnellate perché elettrico, possa aver spazzato via la barriera di protezione tagliandola come fosse un coltello nel burro.

 

Incidente Mestre, le accuse della società dei bus

«Purtroppo non era un guard rail ma una ringhiera». Le immagini dell'incidente sul cavalcavia lasciano pochi dubbi: si vede il pullman guidato da Alberto Rizzotto salire lentamente lungo la parte destra della rampa del cavalcavia, nonostante il semaforo forse verde, e poi piegarsi, sfondare con estrema facilità il guardrail e precipitare di sotto. Il primo ad aver più di un dubbio sul fatto che la protezione a destra non abbia fatto il suo dovere è lo stesso amministratore delegato di "La Linea", la compagnia di trasporto coinvolta nell'incidente, Massimo Fiorese. «C'è una telecamera fissa sopra il cavalcavia di cui ha visto solo frammenti di immagine: si vede l'autobus che a una velocità minima si appoggia su un guardrail - accusa - che purtroppo non è un guardrail ma una ringhiera». E aggiunge: «in questi casi è colpa di tutto e di niente perchè non è stato il guardrail che è andato addosso all'autobus.

Però sicuramente quel guardrail.... ».

Incidente Mestre, il tema dei lavori in corso

Tanto è vero che, dice ancora l'amministratore delegato, «mi sembra che lo stiano sostituendo e ci sono dei lavori in corso, giusto poco prima» del punto dell'incidente. E in effetti da diverse settimane il Comune di Venezia ha avviato i lavori di rifacimento del cavalcavia, attualmente in pessimo stato e corroso dalla ruggine. Un progetto, spiega l'assessore comunale ai trasporti Renato Boraso, del costo di oltre 6 milioni di euro. Nel piano, assicura, era compresa anche una nuova barra di protezione a difesa dalle uscite di strada. Sulla tempistica della realizzazione, però, non vi è alcuna data certa.

«Quel guard rail è vetusto. Sapevamo di dover mettere in sicurezza il cavalcavia - rassicura - il cantiere è già avviato». Che quel guard rail possa aver avuto un ruolo nell'incidente ne è convinto anche il presidente dell'Asaps, l'associazione di amici e sostenitori della polizia stradale, Giordano Biserni. «Parliamo di ipotesi - dice - ma da quello che abbiamo potuto accertare attraverso i nostri referenti, quello era un guard rail a unica onda alto un metro e mezzo e non il triplo, come sarebbe stato necessario per il contenimento di un veicolo che può raggiungere le 18 tonnellate. Un guard rail così può contenere un'auto ma un bus del genere è difficile». Il prefetto di Venezia, Michele Di Bari, preferisce essere più cauto. Alla domanda dei giornalisti se erano in corso lavori di ammodernamento e rifacimento sul cavalcavia che riguardassero espressamente anche il guard rail risponde: «questo non lo so, so che ci sono dei lavori in corso per consolidare dei piloni. Questo da quanto emerge anche visivamente».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Ottobre 2023, 20:05
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