Incidente Mestre, l'autopsia: «Nessun malore per l'autista: aveva il cuore sano». Ipotesi di un guasto dell'autobus

All’inizio della prossima settimana ci sarà un accertamento fondamentale dei medici legali

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di Redazione web

Si continua ad indagare sulla tragedia di Mestre. Lo scorso 2 ottobre il bus è precipitato dal cavalcavia superiore di Marghera. Nell'incidente è morto l'autista Alberto Rizzotto e altre 20 persone – tutti turisti stranieri – mentre 15 sono rimaste ferite, alcune delle quali ancora gravi. Il conducente potrebbe non aver avuto alcun malore. Il primo esito dell’autopsia sia proprio la mancanza di evidenze chiare di un malessere fisico. All’inizio della prossima settimana ci sarà un accertamento fondamentale dei medici legali Guido Viel e Roberto Rondolini – incaricati dal pm Laura Cameli – ovvero l’analisi più approfondita del cuore. Pare che dall’autopsia siano emerse anche delle lesioni sulle dita che potrebbero significare che l'autista ha stretto il volante con tutta la forza che aveva. 

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Le prime risposte

Le prime risposte dell'autopsia eseguita sull'autista del bus precipitato a Mestre escluderebbero chiare evidenze di un malore occorso all'uomo mentre era alla guida. L'esame non avrebbe individuato problemi di qualche natura al cuore. Lo scrive il 'Corriere del Venetò. Si tratta comunque di risultati parziali perché l'esame - del quale la Procura di Venezia ha incaricato i medici legali Guido Viel e Roberto Rondolini, dell'istituto di Padova - proseguono con ulteriori accertamenti, uno dei quali, importante al fine della relazione finale, è in programma la prossima settimana.

La ricostruzione

Il mezzo de La Linea Spa, che stava svolgendo un servizio di navetta tra il Tronchetto e il camping Hu di Marghera, senza toccare alcun altro mezzo, si era infatti spostato verso destra, strisciando per circa 50 metri lungo il guardrail senza nessun segno di frenata o tentativo di rimettersi in carreggiata, fino a quando la barriera è finita a causa di un varco di un paio di metri; a questo punto il bus ha scartato ulteriormente verso destra, è stato trafitto nel guardrail che ricominciava di fronte ed è volato per circa dieci metri sulla sottostante via della Pila, la strada sottostante. 


 

L'altra pista

Ora le indagini si concentrano sulla pista del guasto all’autobus, che inizialmente aveva preso poco credito in quanto si tratta di un nuovissimo Yutong E-12, con propulsione totalmente elettrica, entrato nella flotta della Linea appena un anno fa.

E anche quella strisciata sul guardrail potrebbe essere interpretata diversamente: non più una conseguenza di un problema, ma un atto volontario del conducente per tentare di rallentare un mezzo di cui non aveva più nessun controllo: operazione che peraltro gli stava per riuscire visto che i dati del gps avrebbero dimostrato che ha toccato la barriera a 36 chilometri orari e quando è arrivato sul bordo andava a passo d’uomo, a circa 6 all’ora.  Che sia stata colpa dei feni?

L'idoneità del guardarail e manto stradale

Predisposta una perizia sul bus che verrà eseguita nei prossimi giorni, così come quella sulla «scatola nera», che in realtà non è un vero e proprio oggetto, ma dei file conservati su un sistema «cloud» dell’azienda cinese. Per ora, dopo l’autopsia, la seconda consulenza della procura è stata affidata ieri dal pm Cameli e riguarda lo stato del guardrail, la sua idoneità e gli eventuali adeguamenti normativi, ma anche le condizioni del manto stradale e la dinamica: ma solo quella dal momento dell’impatto in poi l’ispettore del Mit Placido Migliorino, già impegnato nelle indagini sul ponte Morandi. Migliorino, romano, prima di rientrare a casa ha già fatto un primo breve sopralluogo sul cavalcavia, ma le operazioni inizieranno il 25 ottobre: quel giorno, a partire dalle 13, il viadotto verrà chiuso al traffico, poi ci sarà il bis il 9 novembre. Il consulente ha chiesto 120 giorni e dunque il deposito dell’elaborato è previsto per fine febbraio del 2024.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Ottobre 2023, 21:21
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