Ucraina, Zelensky: «Neutralità possibile». E tra i Paesi garanti vuole l’Italia

Ucraina, Zelensky: «Neutralità possibile». E tra i Paesi garanti vuole l’Italia

di Alessandra Severini

Si aprono spiragli di speranza alla vigilia della nuova tornata di colloqui fra Russia e Ucraina che si aprirà questa mattina a Istanbul. Il presidente ucraino Zelensky si è detto pronto ad accettare lo status di neutralità del suo Paese ma ha chiesto che vi sia una “cortina” di Stati a garantirne la sicurezza. Stati capaci di intervenire militarmente in 24 ore in caso di nuova aggressione da parte della Russia. Tra questi, ha citato i membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania, il Canada, la Turchia e l’Italia.

Il premier Mario Draghi ha subito assicurato che l’Italia è pronta a fare la sua parte e ha avuto un colloquio telefonico proprio con il premier ucraino, a cui ha ribadito «il fermo sostegno del governo italiano alle autorità e al popolo ucraini e la piena disponibilità a contribuire all’azione internazionale per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi». L’Italia garante della sicurezza di Kiev sarebbe un riconoscimento del ruolo del nostro Paese accanto alle grandi potenze, ma anche il Parlamento dovrà appoggiare compatto questa scelta. Dopo la conversazione telefonica Zelensky ha ringraziato l’Italia con un tweet, anche per gli aiuti umanitari venuti dal nostro Paese. Con queste prospettive si apriranno dunque oggi i colloqui fra una delegazione di Mosca e una di Kiev. Non è chiaro se l’offerta che viene dall’Ucraina, ribattezzata U24, United for Peace, e che comunque prevede di sottoporre lo status di neutralità a un referendum fra i cittadini ucraini, possa soddisfare Putin.

Kiev non sembra intenzionata a sacrificare la propria integrità territoriale anche se Volodymyr Zelensky si è detto pronto a discutere per risolvere le questioni della Crimea e del Donbass.

La strada proposta non sembra di facile percorrenza per molti motivi. Per dar vita ad una nuova alleanza difensiva, al di fuori della Nato servirà un’intesa ad hoc fra gli Stati aderenti. Da oggi le trattative di Istanbul, con la mediazione del presidente turco Erdogan, potrebbero finalmente far registrare dei passi in avanti, almeno per un cessate il fuoco. Il fatto che gli ucraini abbiano riconquistato alcune città potrebbe far pensare ad un Putin più arrendevole, ma non è scontato. Il Consiglio europeo intanto ha varato un decalogo per l’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. Dieci regole per sostenerli e, allo stesso tempo, rispondere alle preoccupazioni dei paesi maggiormente investiti dall’ondata migratoria (Polonia, Repubblica Ceca, ma anche Austria e Germania). Tra le regole, si prevede un portale unico di registrazione per i profughi, per combattere eventuali abusi; controlli aggiuntivi alle frontiere con il coinvolgimento dell’Europol; aiuto nell’organizzazione dei trasferimenti dagli Stati più sotto pressione.


Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Marzo 2022, 08:03
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