Costretta a prostituirsi e uccisa di botte, tre in aula per la morte di Gloria Pompili
di Pierfederico Pernarella
Il Gup Giuseppe Cairo ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 25 ottobre, presso il tribunale di Latina. Con la cugina e i due egiziani, Gloria Pompili e i suoi figli hanno vissuto insieme in un appartamento di via Saragat e in un alloggio popolare di Corso Lazio. I tre, secondo quanto contesta la Procura, accompagnavano e andavano a riprendere Gloria sull’Asse attrezzato a Frosinone e a Nettuno per farla prostituire e si appropriavano dei soldi. Le violenze erano all’ordine del giorno. Le era stato tolto il cellulare in modo che non potesse chiedere aiuto. Veniva aggredita ovunque, nei luoghi pubblici, ma anche in casa, davanti ai suoi figli. Quando non bastavano le mani, veniva picchiata con i bastoni.
La Procura contesta anche le aggressioni ai danni dei suoi figli, di 3 e 5 anni. Un inferno di violenza e degrado che è culminato la sera del 23 agosto 2017. Quel giorno Gloria viene pestata in due occasioni: al mattino e poi la sera intorno alle 22 mentre la cugina Loide Del Prete e Salem Mohamed Saad la stanno riportando a Frosinone dopo averla fatta prostituire a Nettuno. In auto ci sono anche i due figli. Gloria muore per le lesioni causate dalle botte ripetute. L’autopsia accerta gravi lesioni al capo, la frattura di quattro costole, la rottura della milza.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Luglio 2018, 19:17
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