Giuseppe Uva, il pg: «Riascoltare 4 testimoni». Tra loro anche la "star del web" Bigioggero

Giuseppe Uva, il pg: «Riascoltare 4 testimoni». Tra loro anche la "star del web" Bigioggero

di Domenico Zurlo
Quattro testimoni, considerati «inattendibili» dai giudici di primo grado, potrebbero essere riascoltati. Parliamo del caso di Giuseppe Uva, morto a 43 anni nel giugno 2008 a Varese, una vicenda per cui sono imputati due carabinieri e sei poliziotti, assolti dal Tribunale varesotto ad aprile 2016 dalle accuse di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona aggravato.

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Il procuratore generale Massimo Gaballo, nel processo davanti alla Corte d'Assise di appello di Milano, ha ribadito la richiesta di riaprire l'istruttoria e di risentire i quattro testimoni: tra loro, anche Alberto Bigioggero, che si trovava con Uva la sera in cui fu fermato dai carabinieri e portato in caserma. Quella sera Uva fu trasportato con trattamento sanitario obbligatorio all’ospedale di Circolo di Varese, dove morì la mattina dopo per arresto cardiaco dovuto ad una grave patologia, combinata con altri fattori tra cui lo stress.



IDOLO DEL WEB Bigioggero (in carcere da febbraio 2017, accusato di aver ucciso suo padre con una coltellata) in aula raccontò ai giudici di aver visto i carabinieri picchiare l’amico, dopo aver sentito uno di loro dirgli «Uva, proprio te cercavo, questa te la faccio pagare». Negli ultimi anni, dopo la diffusione a Un giorno in Pretura dei video delle sue testimonianze in tribunale, era diventato una specie di idolo del web, come Andrea Alongi, testimone di un altro caso di cronaca, quello di Emmanuel Bonsu, il giovane ghanese picchiato da un vigile a Parma perché scambiato per uno spacciatore. Decine i video su YouTube in cui il testimone appariva davanti ai giudici e descriveva quella serata, via Dandolo transennata, gli spinelli e i black russian
 

LA DIFESA: RIFACCIAMO TUTTO IL PROCESSO EX NOVO Alla richiesta avanzata dal sostituto pg, a cui si sono associati anche i legali di parte civile, si sono invece opposte le difese degli imputati. Tra i difensori sono intervenuti gli avvocati Fabio Schembri e Pietro Porciani che hanno evidenziato come, qualora venisse riaperto il processo, sarebbe necessario allora risentire tutti i testimoni (23 in totale) che sono stati decisivi ai fini dell'assoluzione decisa in primo grado. «Non si possono risentire solo quei testimoni che piacciono alla Procura generale - hanno detto i difensori -. A questo punto, se si riapre l'istruttoria, rifacciamo ex novo tutto il processo di primo grado».

Come ha scritto il sostituto pg nell'atto d'appello, tra le concause della morte di Uva ci fu lo stato di stress aumentato «dalle modeste lesioni personali riscontrate sul corpo della parte offesa». Secondo Gaballo, quindi, anche le «mere condotte di costrizione fisica poste in essere dagli imputati (..) costituiscono l'elemento materiale del delitto di omicidio preterintenzionale».
I giudici scioglieranno la riserva sulla rinnovazione della fase istruttoria nella prossima udienza del 16 maggio. Stamani, oltre alla sorella di Giuseppe Uva, Lucia, erano presenti in aula cinque dei carabinieri imputati: Paolo Righetto, Stefano Del Bosco, Gioacchino Rubino, Francesco Focarelli Barone, Pierfrancesco Colucci. Assenti, invece, il militare Bruno Belisario e gli agenti di polizia Vito Capuano e Luigi Empirio. 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Maggio 2018, 18:10
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