Funivia Stresa-Mottarone precipitata, i possibili perché della tragedia: le prime ricostruzioni

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di Enrico Chillè

Una tragedia difficilmente spiegabile, quella della funivia del Mottarone. Sia perché è difficile accettare la morte di 14 persone, tra cui due bambini, ed un altro che si trova in condizioni critiche, sia perché le prime ricostruzioni non sembrano riuscire a dare risposte esaurienti sulle cause.

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La Procura di Verbania ha disposto il sequestro della funivia, con le indagini che sono affidate ai carabinieri di Verbania. Il primo intervento, ovviamente, ha riguardato il recupero e il soccorso delle vittime della tragedia, e solo successivamente sono iniziate le attività tecniche di repertamento, un passaggio necessario prima della partenza delle indagini vere e proprie. Sono tanti i perché che ci si pone di fronte ad un simile disastro, ma al momento c'è una sola certezza: uno dei cavi traenti della funivia ha ceduto completamente, finendo al suolo. Restano ancora da capire le cause.

 

«C'è un cavo d'acciaio che risulta tranciato, gli altri sono intatti, ma le questioni tecniche competono ad altri». Lo dice il tenente il colonnello Giorgio Santacroce, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania. «Al momento non risultano problemi di manutenzione - aggiunge - ma faremo tutti gli accertamenti possibili». Secondo la prima ricostruzione, «il cavo portante si è staccato all'altezza dell'ultimo pilastro - spiega - e, nonostante dovrebbero esserci dispositivi di sicurezza, la cabinovia si è staccata». Un volo di una quindicina di metri, in seguito al quale «la cabinovia è rotolata a valle, finendo la corsa contro gli alberi».

Tra le varie ipotesi sulla tragedia c'è quella della mancata manutenzione, anche se l'ultima maxi-revisione era stata effettuata regolarmente ed era durata addirittura due anni, dal 2014 al 2016.

L'impianto aveva riaperto da meno di un mese. Valeria Ghezzi, presidente di Anef, l'associazione che si occupa della manutenzione degli impianti di trasporto a fune, ha spiegato: «Dubito che l'incidente sia dovuto a mancanza di manutenzione o all'usura dei materiali, ma aspettiamo gli accertamenti degli inquirenti».

Un'ipotesi, smentita quasi subito, riguarda l'eccessivo numero dei presenti a bordo della cabina che si è sganciata ed è rotolata nel bosco dopo il cedimento del cavo. Le persone sulla cabina erano 15, il limite massimo previsto dalle normative anti-Covid, come confermato dal colonnello dei carabinieri Giorgio Santacroce. Senza le limitazioni imposte dall'emergenza, invece, una singola cabina può ospitare fino a 40 persone.

Il Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili ha istituito una Commissione ispettiva sul caso, che sarà presieduta dal professor Gabriele Malavasi. L'obiettivo è quello di stabilire le cause tecniche e organizzative che hanno provocato l'incidente.


Ultimo aggiornamento: Domenica 23 Maggio 2021, 22:18
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