Dottoressa aggredita, sostituta insultata: l'ambulatorio chiude per maleducazione. «Urla e ingiurie dai pazienti»

Lo studio risulta chiuso "in seguito alle dimissioni del medico sostituto causate dai ripetuti comportamenti maleducati e aggressivi"

Dottoressa aggredita, sostituta insultata: l'ambulatorio chiude per maleducazione. «Urla e ingiurie dai pazienti»

di Redazione web

Prima due anni senza medico, ora quasi un mese senza la dottoressa titolare dello studio che conta 1.500 pazienti. L'ambulatorio resta chiuso "causa maleducazione". La sostituta del medico di famiglia ha lasciato dopo 10 giorni nei quali avrebbe subito insulti e attacchi verbali. La titolare, invece, rientrerà lunedì dopo un'aggressione vera e propria subita lo scorso 5 marzo.

È una situazione esplosiva quella che si vive nello studio del medico di famiglia a Cortoghiana, una frazione di Carbonia, nel Sulcis, dove i professionisti disposti a lavorare in uno dei tanti ambulatori di frontiera non sono tanti. E quando c'è qualcuno che ci prova, si trova, in questo caso, a dovere affrontare lamentele che sono sfociate in qualcosa di più.

L'ambulatorio chiuso

Così dopo le ennesime aggressioni verbali la dottoressa Michela Atzori, 49 anni, ha deciso di affiggere un cartello che tuona come un monito: studio medico chiuso "in seguito alle dimissioni del medico sostituto causate dai ripetuti comportamenti maleducati e aggressivi". "Sono in malattia per un mese dopo che ho subito un'aggressione fisica in ambulatorio - racconta - ho dovuto chiudere e non ho trovato subito un sostituto, ma solo dopo 10 giorni.

La collega, però, ha resistito dal 19 al 29 marzo di fronte alle ripetute aggressioni verbali di alcuni pazienti". Da qui la nuova chiusura dell'ambulatorio e la comparsa del cartello che ha acceso il dibattito in città e sui social.

La dottoressa rientrerà al lavoro lunedì 8 ma teme che questi episodi possano ripetersi, nonostante il supporto ricevuto da Comune di Carbonia, Asl e carabinieri, che hanno anche raccolto le sue denunce. "Non è giusto che i medici siano costretti ad andare via. Io vorrei proseguire a lavorare in quello studio ma ci sono stati dei momenti in cui ho pensato di mollare tutto - osserva la professionista - chiedo solo di poter lavorare dove sono in maniera normale, senza insulti e senza urla".

Le parole del sindaco e la posizione dell'Asl

Nel frattempo il sindaco Pietro Morittu esprime solidarietà alla dottoressa e annuncia che la settimana prossima ci sarà un incontro pubblico "per rappresentare quanto sia importante la gestione dei servizi di assistenza e ribadire il rispetto della persona e le regola della buona educazione". Dal canto suo l'Azienda sanitaria, condanna "gli episodi di violenza verbale e fisica verso i medici nello svolgimento del proprio lavoro". E ricorda che "la guardia medica è stata allertata per venire incontro alle esigenze più urgenti dei pazienti".


Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Aprile 2024, 19:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA