Chi l'ha visto, Maria Chindamo uccisa e data in pasto ai maiali. La figlia Federica: «Non so chi sia stato, ma spero si penta»

La storia risale a 6 anni fa, come racconta Federica: «Una mattina mia madre si è alzata presto come al suo solito»

Chi l'ha visto, Maria uccisa e data in pasto ai maiali. La figlia Federica: «Non so chi sia stato, ma spero si penta»

di Redazione Web

«Non è sparita, mia madre l'hanno fatta sparire» dice Federica ai microfoni di Chi l'ha visto. La giovane ragazza, orfana di entrambi i genitori, piange la scomparsa della madre Maria Chindamo , avvenuta 6 anni fa a Limbadi, in Calabria. Lei, insieme ai suoi 2 fratelli ha una storia da raccontare e un grido sofferente che non si spegne mai. «Mi rivolgo a chi ha ucciso mia madre, spero si pentano» dice la giovane Federica. La storia risale a 6 anni fa, come racconta Federica: «Una mattina mia madre si è alzata presto come al suo solito, mentre usciva dalla porta di casa io l'h notata e mi ha mandato un bacio. E' stata l'ultima volta che l'ho vista. Qualcuno sicuramente l'ha aspettata, quello che è successo dopo l'abbiamo immaginato» e dopo infatti è successo l'impensabile: la macchina era imbrattata di sangue e Maria è sparita. «Non sappiamo ancora chi sia stato» continua commossa. 

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La storia

 

Ha ancora dell'incredibile la sparizione di Maria da un comune in provincia di Vibo Valentia. Secondo le indagini, Chindamo sarebbe morta a causa di uno "specifico interesse del clan Mancuso all'acquisizione dei suoi terreni". Da quanto emerge, dunque, il delitto sarebbe quindi stato premeditato per interessi economici, così come il rapimento di Chindamo, avvenuto il 6 maggio del 2016 nei pressi della sua tenuta agricola a Limbadi. Questo è quanto emerge dall'ultima inchiesta della Dda di Catanzaro denominata "Maestrale Carthago" del 10 marzo scorso nei confronti dei clan del Vibonese.

Le ultime notizie

Sono tante le novità che emergono dall'inchiesta: la prima, il fatto che l'interesse economico dei Mancuso fosse la base sulla quale è maturato l'omicidio e la seconda, il fatto che Ferdinando Punturiero, marito della vittima morto suicida nel maggio del 2015, aveva segnalato già un anno prima del rapimento che un vicino di terreno, Salvatore Ascone, aveva chiesto l'utilizzo di una stradina interpoderale che passava sui terreni di Chindamo-Punturiero. Secondo quanto si evince dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, i Mancuso avrebbero palesato l'interesse per i terreni della donna e chiesto ad Ascone di coltivare i poderi qualora il clan fosse riuscito ad acquisirli. 
Gli elementi che collegherebbero Ascone alla scomparsa di Chindamo emergerebbero anche da alcune intercettazioni del marzo 2019.

L'uomo, insieme al figlio Rocco, parlerebbe dello spostamento di una pistola da "portare immediatamente" a una terza persona. Nelle intercettazioni, Ascone si direbbe spaventato da imminenti perquisizioni che potrebbero coinvolgerlo sia in relazione al caso Chindamo sia in relazione al processo Perseo relativo a un clan di Lamezia Terme.

La mafia

Secondo l'inchiesta, in tutto il caso avrebbe un ruolo rilevante anche Diego Mancuso, 69enne arrestato nell'operazione Olimpo e ritenuto da sempre uno dei boss dell'omonimo casato di ‘ndrangheta di Limbadi. Per gli investigatori, Mancuso, proprio in località Montalto, deteneva numerosi appezzamenti di terreno gestiti poi in maniera abusiva dalla nipote Rosina Di Grillo, in carcere perché condannata in primo grado quale mandante dell'attentato di Limbadi costata la vita a un biologo, Matteo Vinci. Negli interrogatori è emerso infatti l'interesse di Diego Mancuso per i terreni di Maria Chindamo. Secondo il pentito, Mancuso gli avrebbe parlato più volte di "un'imprenditrice che aveva una piantagione di Kiwi" e del fatto che Pantaleone Mancuso, boss parte dello stesso clan, "si stava accaparrando i suoi terreni" e che una volta fuori dal carcere avrebbe "dovuto sistemare la situazione". Nel febbraio del 2020, durante un secondo interrogatorio, Mantella avrebbe affermato che i Mancuso volevano incaricare Ascone della coltivazione del fondo di Chindamo perché "del mestiere", ossia l'agricoltura.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Luglio 2023, 08:15
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