«Anche noi con il burkini»: le donne di Trieste al lido come le musulmane

Donne fanno il bagno vestite al lido Pedocin dopo le polemiche

«Anche noi con il burkini»: le donne di Trieste al lido come le musulmane

di Redazione web

Musulmane per un giorno. Un gruppo di oltre cinquanta donne (e pochi uomini) ha fatto il bagno vestite nelle acque dello storico lido balneare Pedocin a Trieste. Una manifestazione dal grande valore simbolico e non solo locale, a sostegno delle donne musulmane che in burkini (o vestite) sono state criticate domenica scorsa, al lido Lanterna che i triestini chiamano familiarmente Pedocin. Un luogo storico perché diviso in settore maschile e femminile, retaggio dei primi bagni di mare del XX secolo.

E oggi proprio di tale differenziazione è stata violata la sacralità con la folla di giornalisti e cameramen maschi (e forze dell'ordine) entrati nel comparto donne al seguito delle manifestanti, un centinaio di persone in tutto. Tra di loro, anche alcune donne musulmane. Domenica scorsa le autoctone triestine si sono appellate a una difesa della libertà della donna ma hanno anche accusato le donne musulmane di scarsa igiene nel fare il bagno con i «vestiti puzzolenti» con cui erano a casa e poi in autobus. La risposta, facile, oggi era affidata a un cartello: «Inquina di più un vestito o una nave da crociera?», in riferimento alle quotidiane toccate delle enormi navi da crociera che ormeggiano proprio lungo le Rive, in centro città. Altri cartelli recitavano «La biodiversità è bella» e «Al Pedocin vogliamo stare in pace», che significa stare tutti insieme.

La manifestazione è proseguita con il bagno in mare vestite, e formando un grande «cerchio di riconciliazione». Ma si sono anche riproposte le contrapposizioni tra i bagnanti, e non sono mancate le voci critiche, quando non volgari, anche dal settore maschile: «Tornatevene a casa vostra!» e via così con qualche tono razzista e sessista. Ieri sul delicato argomento è intervenuta Nurah Omar, vicepresidente Associazione culturale islamica di Trieste, che intravede una discriminazione: «Se una donna italiana non musulmana avesse deciso di andare al mare vestita o di coprirsi per ragioni di salute o perché non si sente a suo agio con il proprio corpo, non ci sarebbe stata nessuna discussione». E invoca la libertà di ciascuno di vestirsi come preferisce, purché «una scelta personale libera».

La manifestazione

La manifestazione è stata organizzata dal basso, con il tam tam dei social, priva di patrocini, marche, insegne associative o partitiche. Solo oggi sono intervenuti il senatore e coordinatore della Lega Friuli Venezia Giulia Marco Dreosto che ha parlato di manifestazione flop accusando la sinistra, e le donne Verdi, per le quali «solidarietà e sorellanza possono aiutare le donne musulmane nell' integrazione, non altri divieti». Gianfranco Schiavone, presidente di Ics, che si occupa di migranti, ha ricordato la Convenzione europea dei diritti dell'uomo: «Sancisce una inderogabile libertà della persona a manifestare il proprio credo in pubblico, anche attraverso l'abbigliamento».


Ultimo aggiornamento: Domenica 20 Agosto 2023, 19:16
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