Vincenzo Pisciotta ha letto il suo nome in tv all’improvviso: nella carta d’identità falsificata di Messina Denaro c’era la sua firma, scritta per esteso e ben comprensibile. Dopo 39 anni di lavoro all’ufficio anagrafe del Comune di Campobello di Mazara ora si gode la pensione e quel che pensa lo dice con qualche giro di parole: «Qualcuno potrebbe aver usato il timbro che stava sulla scrivania, alla portata di tutti, e averlo messo sopra la foto sostituita. Io sono certo che dall’ufficio sia uscita una carta d’identità con la foto della persona che ce l’aveva richiesta».
L'ipotesi contraffazione esterna
Eppure, stando al materiale che i magistrati hanno sequestrato due giorni fa, Vincenzo Pisciotta risulta l’uomo che ha firmato il documento che ha allungato la fuga del più ricercato d’Italia. «Quella carta è stata emessa nel 2016 e io non ricordo il giorno in cui il signor Andrea Bonafede si è presentato in ufficio per fare la richiesta.
Ultimo aggiornamento: Domenica 9 Aprile 2023, 23:25
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