Covid Italia, bollettino oggi 22 agosto: 1.071 contagi in 24 ore. È il dato più alto dal 12 maggio
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LE RAGIONI DELL’OTTIMISMO
L’ottimismo di Speranza, che resta comunque «cauto e prudente», è fondato sul fatto che «il Servizio sanitario nazionale è stato rafforzato e non rischia più il collasso come quando c’erano solo 5.170 posti in terapia intensiva, di cui l’80-85% già saturo. Ora abbiamo raddoppiato i posti». In più, «il quadro attuale non è paragonabile a febbraio-marzo, quando la situazione era fuori controllo, non avevamo un meccanismo di monitoraggio e un sistema per tracciare i contagi». A rassicurare il responsabile della Salute è inoltre e soprattutto il fatto che è «cambiata la consistenza anagrafica dei contagiati»: «Ora abbiamo un numero di giovani coinvolti molto più elevato di prima, tant’è che l’età media si è abbassata a 30-32 anni. Questo produce in minore impatto sul Servizio sanitario nazionale perché i giovani spesso sono asintomatici, devono a volte limitarsi a restare a casa con un po’ di febbre e tosse, e ciò non provoca una ricaduta sugli ospedali, mentre prima», quando l’epidemia colpiva gli ultrasessantenni, «c’era una forte pressione sulle strutture sanitarie e sulle terapie intensive». Per il ministro, l’impennata dei contagi è un fenomeno europeo: «E’ in corso una recrudescenza dell’epidemia, basta vedere cosa accade negli altri Paesi dell’Unione. In Francia e Spagna si registrano tremila-quattromila nuovi casi al giorno e la Germania ne conta circa duemila. Questo è il risultato del progressivo allentamento del lockdown. Ma non è nulla di sorprendente o di eclatante. Francesi e spagnoli stanno gestendo l’impennata senza ricorrere a nuove misure di contenimento, tengono la situazione sotto controllo. A maggior ragione non va verso un lockdown nazionale l’Italia che ha un quarto dei contagi». In ogni caso c’è un coordinamento con Parigi, Berlino e Madrid per evitare chiusure nazionali. Ciò detto, il ministro della Salute chiede agli italiani «di tenere comportamenti seri e rigorosi».LE REGIONI
E alle Regioni di aumentare e implementare i controlli: «Negli aeroporti, dopo che ho fatto l’ordinanza per controllare chi rientrava da Spagna, Grecia, Malta e Croazia, stiamo trovando tanti casi.Circa 200-300 al giorno. E questo ci permette, utilizzando la quarantena, di evitare che chi ha contratto il virus vada in giro e contagi altre persone». Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti in queste ore ha chiesto al ministero della Salute di effettuare i tamponi ai passeggeri prima della partenza dei traghetti dalla Sardegna. E Speranza replica così: «Più controlli si fanno, meglio è. E stiamo lavorando per favorire l’intesa tra la Sardegna e il Lazio perché il compito è delle Regioni, non del mio dicastero: la Sanità a livello esecutivo è organizzata su base regionale. E a tutte le Regioni stiamo chiedendo di intensificare i controlli, di aumentare il numero dei tamponi nei porti, aeroporti e treni. Questa però non è materia per un’ordinanza. In ogni caso l’indagine di sieroprevalenza ha evidenziato che le Isole sono allo 0,3%, mentre in Lombardia il 7,5% della popolazione è entrata in contatto con il virus». A maggior ragione «non ci sono le condizioni per chiudere i collegamenti tra le Regioni con mezza Italia in vacanza».
«SCARICATE IMMUNI»
Speranza lancia due appelli. Il primo a tutti gli italiani: «L’app Immuni va rilanciata. Siamo arrivati a circa 5 milioni di dispositivi che l’hanno scaricata, ma si deve migliorare. Ciò sarebbe un beneficio per tutti». Il secondo ai giovani: «Chiedo ai ragazzi di avere atteggiamenti responsabili per tenere la curva dei contagi sotto controllo e per tutelare genitori e nonni che vedono tornando dalle vacanze». Il ministro poi fotografa la situazione: «Siamo in una fase di convivenza con il virus, in cui ci prendiamo dei rischi sapendo che il rischio zero non esiste e che è naturale un tasso tollerabile di circolazione del Covid-19. Ma vanno evitati rischi inutili, per questo abbiamo fatto l’ordinanza per chiudere le discoteche. E sia chiaro: il governo non ne ha mai autorizzata l’apertura, è scritto nero su bianco in tutti i Dpcm. Anche nell’ultimo del 7 agosto. Sono state alcune Regioni a farlo, costringendomi a intervenire con un’ordinanza».IL CASO TEDESCO
Un capitolo a parte merita la scuola. In Germania già oltre cento istituti scolastici, appena riaperti, sono stati chiusi: «Studierò con attenzione nelle prossime ore il caso tedesco assieme al mio omologo Jens Spahn. Ma ripeto: a settembre le scuole si aprono e lavoreremo per lasciarle aperte. Ciò che accade in Germania non può cambiare in alcun modo la nostra valutazione».Ultimo aggiornamento: Domenica 23 Agosto 2020, 17:03
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