Coronavirus, Rezza (Iss): «Prossimi 14 giorni saranno cruciali». Il paziente zero proviene dalla Germania

Coronavirus, Rezza (Iss): «Prossimi 14 giorni saranno cruciali»
I prossimi «14 giorni saranno cruciali per capire l'andamento dei casi di contagio da nuovo coronavirus in Italia». Lo afferma all'ANSA il direttore Dipartimento Malattie infettive dell'Iss Gianni Rezza. «È ancora presto per pronunciarsi. gli effetti delle misure restrittive - sottolinea - non si vedranno entro questa settimana, anche per quanto successo nei giorni scorsi con i massicci spostamenti da Milano. Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo. Questi giorni 'sconterannò quanto purtroppo accaduto, poi inizieremo a vedere».

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In queste ore si sta valutando la richiesta della Lombardia di «chiudere tutto» per contenere il più possibile il contagio da coronavirus. Una richiesta che «ha senso, la pressione sul servizio sanitario regionale lombardo è spasmodica». Ma la misura «che potrebbe essere proporzionata per la Lombardia», visto che «è per l'Italia quello che Wuhan era per l'Hubei», «non lo è per il resto del Paese, in particolar modo per le regioni centromeridionali dove questa situazione ancora non c'è», spiega Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, in un'intervista a Circo Massimo, su Radio Capital.
«Se poi ci saranno ulteriori elementi, visto che la situazione viene monitorata giorno dopo giorno, siamo pronti a prenderla in considerazione».
L'impressione di Ricciardi è «che ormai la popolazione abbia capito», in Italia e non solo. «Sono stato a Bruxelles la scorsa settimana e molti ministri della Salute degli altri paesi sottovalutavano la situazione, non avevano capito che questo è un virus repentino, in cui ti trovi il giorno prima con venti casi e alla fine della settimana con duemila. Credo che questa situazione ad oggi sia compresa da tutti». D'altronde «nessuno è immune» e anche se «nei bambini l'infezione decorre in maniera più benevola, non sono certamente protetti, dobbiamo elaborare delle strategie che riguardino anche loro»


Intanto si svelano dettagli ulteriori sul paziente zero. Sarebbe arrivato dalla Germania tra il 25 e il 26 gennaio l'uomo dal quale è partito il focolaio italiano di Covid-19 a Codogno. Lo indica, ha anticipato il Fatto quotidiano, l'analisi di cinque sequenze genetiche del coronavirus SarsCoV2, tre delle quali ottenute il 4 marzo e relative ai virus isolati in Lombardia dal gruppo dell'Università Statale di Milano e Ospedale Sacco diretto da Massimo Galli, una del virus isolato dall'Istituto San Raffaele di Milano e una del virus isolato dall'Istituto Superiore di Sanità.
«Siamo in grado di dire con ogni verosimiglianza che l'epidemia in Italia, per quanto riguarda la zona rossa o gran parte di essa, derivi da questo episodio tedesco». Quanto all'origine primaria del virus, è confermata la derivazione dalla Cina. Per Galli «c'è un ramo dell'albero filogenetico del coronavirus che comprende le cinque sequenze italiane, una finlandese, due tedesche, una messicana e una brasiliana e tutte hanno un'unica derivazione: la più vicina anche cronologicamente è quella di Monaco di Baviera. La nostra ipotesi, che comincia ad avere un'importante base di dati, è che qualcuno si sia infettato dopo quelle riunioni a Monaco con la manager arrivata da Shanghai e poi abbia portato l'infezione qui».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Marzo 2020, 12:13
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