Sottomarino nucleare Usa nel Golfo di Napoli, ha lanciato missili in Siria. De Magistris: «Non accada più»
La presenza del sottomarino a Napoli, in rada, risale al 20 marzo, quindi settimane prima del sospetto attacco chimico a Duma, che è del 7 aprile. Il John Warner - soprannominato «Sledgehammer of Freedom» dall'equipaggio - è essenzialmente un sottomarino d'attacco che può essere utilizzato per diverse missioni, tra cui sorveglianza, ricognizione, ricerca e soccorso, così come il lancio di missili, siluri e mine. Il sommergibile Usa risulta aver partecipato, tra il 2 e il 16 marzo, all'esercitazione della Nato Dynamic Manta 2018 (DYMA 18) una delle più importanti e complesse attività addestrative dell'Alleanza Atlantica che si svolge al largo delle coste siciliane. Vi hanno partecipato navi, sottomarini, aerei e militari di dieci nazioni alleate che si sono addestrati alla lotta anti sommergibile e alla lotta contro i mezzi di superficie. Insieme al John Warner c'erano anche sommergibili provenienti da Canada, Grecia, Italia, Spagna e Turchia, sotto il controllo del Comando Sommergibili della Nato. Inoltre nove navi di diversi Paesi, insieme a aerei e elicotteri.
«Ho appreso – scrive il primo cittadino - che lo scorso 20 marzo il sottomarino nucleare statunitense Uss John Warner è approdato nella rada della nostra Città. Ho letto anche l'ordinanza n.17/2018 che Lei ha emesso per le necessarie e correlate disposizioni di sicurezza e di navigazione. Desidero, a tal proposito, ribadire che il 23 settembre 2015 è stata approvata, su mia iniziativa, la delibera n.609 con la quale è stata dichiarata “area denuclearizzata” il Porto di Napoli.
«L'atto – prosegue il primo cittadino - pone in evidenza la volontà di interdire l'attracco e la sosta, di qualsiasi natante a propulsione nucleare o che contenga armamenti nucleari. Non solo, ma esprime e riafferma il ruolo di Napoli “Città di Pace”, rispettosa dei diritti fondamentali di ciascuno, convinta del disarmo e della cooperazione internazionale».
La nota del sindaco de Magistris si chiude con la richiesta all'ammiraglio Faraone «di considerare, per analoghe situazioni future che la determinazione e la volontà menzionate nella delibera 609 sono dirette al non gradimento che navi di tale caratteristiche sostino o transitino nelle acque della nostra Città».
«La nostra amministrazione non è contro qualcuno ma è a favore delle politiche di pace, di disarmo, di cooperazione internazionale, è per la diplomazia e perché siano sempre le istituzioni internazionali come l'Onu a essere protagoniste nelle fasi di crisi». De Magistris ha poi spiegato il senso del suo intervento. Visto che la Capitaneria di Porto aveva informato l'amministrazione comunale e per cui «subito - ha detto il sindaco - ho scritto al Controammiraglio Arturo Faraone ben prima dell'attacco in Siria».
«Il fatto che si tratti dello stesso sottomarino - aggiunge il sindaco - rafforza ancora di più la giustezza della nostra delibera con cui abbiamo sancito che nel Porto di Napoli non sono gradite, e pertanto non andrebbero consentiti il transito e la sosta, di navi a propulsione nucleare o che portano armi nucleari. Il nostro è un atto con valenza istituzionale e politica e spetta ad altre autorità tradurre in atti efficaci la volontà politica e istituzionale manifestata dalla città». De Magistris ha affermato: «Qui non sono graditi questi mezzi militari che possono anche produrre effetti straordinariamente gravi in caso di incidente. Noi abbiamo il dovere e il diritto di esprimere disappunto e non gradimento per questo ed altri eventuali transiti. Vorremmo - ha concluso - che chi ha la possibilità di farlo non dia l'autorizzazione a queste navi di entrare nel Porto di Napoli per ragioni di politiche di disarmo, di pace, di contrarietà alle armi nucleari e anche per il pericolo sotto il profilo della protezione civile che queste navi possono provocare alla nostra città in caso di incidente».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Aprile 2018, 15:53
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