Il governo blocca le tasse locali.
Spese pazze: si dimette la Barracciu

Il governo blocca le tasse locali. ​Spese pazze: si dimette la Barracciu

di Alessandra Severini
«Meno tasse per tutti per noi non è uno slogan che rimane su un cartellone pubblicitario».





Matteo Renzi va in tv a difendere la “sua” legge di stabilità, per ripetere che «dal prossimo anno i cittadini italiani pagheranno meno» imposte. Ma oltre alle rassicurazioni, il premier lancia anche un avvertimento agli enti locali: «Non consentiremo a Comuni e Regioni di alzare le tasse».

Il premier ha confermato che il tetto all'utilizzo del contante resterà a 3.000 euro e difeso le misure adottate per tagliare la spesa pubblica. «Facciamo un turn over molto duro nella pubblica amministrazione, tagliamo 400 dirigenti nello stato centrale e un migliaio negli enti locali, anche se non vuol dire che li licenziamo».



Il presidente del Consiglio ha poi ribadito che verranno destinate maggiori risorse alle famiglie in difficoltà. Oltre al bonus bebè, «600 milioni per la povertà e altrettanti per l'autosufficienza e il dopo di noi». Sulle pensioni invece ci sarà ancora da attendere perchè per introdurre maggiore flessibilità nell'uscita dal lavoro, l'esecutivo attende di «avere numeri chiari».



Passando alle questioni politiche, Renzi ha mostrato «apprezzamento» per il gesto del sottosegretario alla Cultura Francesca Barracciu che, rinviata a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sulle “spese pazze” nella Regione Sardegna, ha deciso di lasciare il governo. Lei comunque esclude ogni addebito: «Sono sicura che ne uscirò a testa alta». Niente commento invece da parte del premier sul futuro del sindaco Marino: «Come faccio a dire cosa farà? Chiedetelo a lui».



Meno perentorio invece il giudizio sul possibile ingresso dell'ex forzista Verdini in maggioranza: «Ad oggi lo escludo, da qui al 2018 osservo che c'è uno sfarinamento del centrodestra che mi colpisce molto». Parole che in seguito hanno richiesto una precisazione di Palazzo Chigi: «Verdini e i suoi non fanno e non faranno parte della coalizione di governo». Sulla legge di stabilità però monta una nuova polemica, quella sui nuovi punti gioco (sale scommesse, slot machine ecc...). L'ultima versione prevedrebbe 15mila concessioni al posto delle iniziali 22mila. Il testo comunque non è ancora giunto al Quirinale e quindi neanche alle Camere, anche se il premier ha assicurato che è solo questione di ore. Già da ora comunque non si esclude la possibilità che il governo ponga sulla legge la questione di fiducia.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Ottobre 2015, 10:46
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