SCHWAZER: "EPO? COMPRATA SUL WEB, HO
FATTO TUTTO DA SOLO". MA NON CONVINCE

SCHWAZER: "EPO? COMPRATA SUL WEB, HO FATTO TUTTO DA SOLO". MA NON CONVINCE
ROMA - Avevo davanti la 20 e 50 chilometri olimpiche, volevo essere pi forte, andare pi veloce. Volevo di più». Con queste drammatiche parole Alex Schwazer, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha giustificato l'uso di Epo che lo ha portato alla squalifica per doping da parte del Coni, e quindi alla mancata partecipazione alle Olimpiadi di Londra. «Andavo forte, mi sentivo pronto per vincere, ma volevo qualcosa in più - ha aggiunto Schwazer - ho preso l'Epo a metà luglio, mentre mi allenavo a Oberstdorf. Ho fatto tutto da solo, l'ho trovata su internet e me la sono iniettata».



LA VERSIONE NON CONVINCE La versione data da Schwazer, però, non è del tutto convincente: molto difficile che abbia effettivamente trovato da solo l'Epo, e il sospetto aumenta se si considera la sua frequentazione con il chiacchierato medico Michele Ferrari, al centro di accertamenti da parte delle autorità antidoping e di un'inchiesta della Procura di Padova.

Secondo la stessa Gazzetta dello Sport, infatti, ci sarebbe in quest'inchiesta una lista di atleti che frequenterebbero Ferrari, tra cui lo stesso Schwazer, il controllo ai cui danni sarebbe stato mirato e non a sorpresa.



IL PADRE: NON LO AVEVA MAI FATTO «Le responsabilità sono mie, perché se si vede un figlio, che durante tutto l'anno è stato male, si deve capire e si deve cercare di parlargli». Lo ha detto Josef Schwazer, il padre del marciatore Alex escluso dalle Olimpiadi per doping. «L'ultima volta che è partito da qui - racconta davanti alla casa di famiglia con una voce rotta dal pianto - era distrutto. Forse l'ha fatto per non deludere gli altri. È stata al 100% la prima volta che ha fatto uso di queste sostanze».

Josef Schwazer parla ai cronisti, mentre suo figlio sta per il momento ancora chiuso in casa a Calice, una piccola frazione di Racines. Alex sarebbe però intenzionato a tenere oggi una conferenza stampa a Bolzano. «Per fortuna - dice suo padre - ha fatto solo questo. Si è liberato. Così non poteva andare avanti. Spero che adesso possa condurre una vita normale».

Secondo Josef Schwazer, suo figlio «psicologicamente non reggeva più. Si era chiuso in se stesso. Si allenava da solo. Spero di poter rimediare agli errori che ho fatto con lui». «Per Alex - ha aggiunto - oggi non è il giorno più brutto, il peggiore è quello che verrà. Ripeto, la colpa è mia. Nei momenti difficili serve un padre che riesca a stare vicino ad un figlio. Per questo chiedo perdono ad Alex. Tireremo avanti».

L'uomo spera che Alex ora si goda la vita. «Era schiacciato da un peso che non riusciva più a sopportare. Ma ha una fidanzata speciale che gli sta accanto. Grazie a Carolina (la pattinatrice Kostner, ndr. ), grazie a Michele (Didoni, il suo allenatore, ndr. )», ha concluso Josef Schwazer.


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Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Agosto 2012, 11:08
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