Messi, il ko dell'Argentina e l'appuntamento
mancato col mito di Maradona

Messi, il ko dell'Argentina e l'appuntamento ​mancato col mito di Maradona

di Ernesto De Franceschi
MILANO - Doveva essere la sua notte. La coppa sollevata al cielo di Rio, nel santuario del Maracan, nella tana del nemico brasiliano sbeffeggiato dentro casa. E invece per Leo Messi stata la notte della delusione e delle lacrime, esattamente come quelle dei colleghi brasiliani.



Chi pensava che i 90 minuti (diventati poi 120) di ieri potessero essere l'incoronazione della Pulce al ruolo di nuovo Maradona, ha dovuto riporre i progetti nel cassetto. Il capitano è ancora lontano anno luce dai lampi di genio che il Pibe de oro era capace di regalare negli anni '80 e '90.



Una partita anonima. Un paio di guizzi, nulla di più. Mai decisivo, mai o quasi cercato dai compagni. E l'emblema del suo Mondiale è la punizione all'ultimo secondo calciata alla stelle, quando ormai non c'era più tempo per rimediare. Messi, premiato (perché?) alla fine dalla Fifa, chiude il suo campionato del mondo con 4 gol, nemmeno uno però nelle sfide ad eliminazione diretta, cioé quando il pallone scottava e c'era da trasformarsi in uomo squadra e campione-trascinatore. Sarà la tensione, sarà lo stress per la finale.



La stella di Rosario, che i maligni dicono fosse il ct ombra e sia stato quello che non ha voluto nell'Albiceleste Tevez, ha vomitato ancora una volta. Fra errori (troppi) e colpi di classe (pochi), ha avuto ancora una volta problemi di stomaco. Le telecamere lo hanno ripreso mentre vomitava e non è la prima volta che càpita. Sognava il Mondiale del riscatto dopo una stagione deludente con il Barcellona. Invece Messi è andato a dormire sognando Maradona.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Luglio 2014, 08:32
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