Justine Mattera, Cassazione conferma condanna al finto pornodivo che la ricattò

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Justine Mattera, condanna definitiva per Repici: «L'ha ricattata». Justine Mattera, difesa dall’avvocato Anton Emilio Krogh, finalmente dopo oltre sei anni può mettere la parola fine alla vicenda giudiziaria che l’ha vista parte offesa. La V sezione penale della Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Anthony Matthew confermando la pena, che quindi risulta definitiva, inflitta dalla  Corte di Appello di Milano il 26 Aprile 2018,  di anni uno e mesi due di reclusione per i reati di cui agli artt. 494 e 610 cp di cui la predetta era stata vittima, oltre al risarcimento dei danni morali e materiali subiti. 
 
 
 





La Corte di Cassazione ha  annullato la sentenza di Appello solo sul punto della mancata concessione al Repici della sospensione condizionale della pena, con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello di Milano per nuovo esame.

La Cassazione ha confermato la condanna ad un anno e 2 mesi per Antony Repici, giovane originario di Messina che, per riuscire a chattare con la showgirl Justine Mattera e con la scrittrice di romanzi erotici Irene Cao, si sarebbe spacciato per il pornodivo Franco Trentalance e per il ciclista veneto Filippo Pozzato. La sentenza è stata emessa dalla quinta sezione penale della Suprema Corte che ha annullato il verdetto con rinvio per un nuovo appello solo sul punto della mancata concessione all'imputato della sospensione condizionale della pena.

Secondo il capo di imputazione, tra luglio e novembre 2012, Repici, allora 22enne, utilizzando due falsi profili Facebook, si sarebbe sostituito «illegittimamente alla persona di Trentalance (...) e così induceva in errore» Mattera con la quale «intratteneva delle conversazioni telematiche attribuendosi l'identità» del noto pornodivo. Un inganno nei confronti di Mattera, che gli avrebbe rivelato alcune informazioni private. Inoltre, alla «sostituzione di persona», sarebbe seguita la minaccia alla showgirl «di rendere pubblici i contenuti» delle conversazioni «ritenute compromettenti».

In tal modo il giovane avrebbe compiuto, quindi, «atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere» Mattera «a proseguire le comunicazioni on line».
Tuttavia, Repici non sarebbe riuscito «nell'intento in quanto la stessa, una volta resa edotta della sostituzione di persona, interrompeva i rapporti e si rivolgeva alle forze di polizia denunciando i fatti». Il 28enne, nel dicembre 2011, avrebbe usato lo stesso stratagemma con Irene Cao spacciandosi per Pozzato.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Aprile 2019, 22:34
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